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Il disco si intitola “Sick Of Love” e contiene brani intitolati “Odyssey Of Love”, “Prehistoric Love”, “Morning After Love”, “Escape For Love” ed “Endless Love”. Ci piace immaginare (e non sarebbe difficile da credere) che sia stato scritto in una camera da letto affacciata su una strada di Bordeaux di quelle tutte studenti alcoolizzati e risse, tra lenzuola sfatte, bottiglie di vino, preservativi usati abbandonati sul pavimento e puzza di fumo e sperma. Artur Satàn e Paula H. amoreggiano per tutti e diciassette i brani, incastrando giri garage e profumi da noise newyorkese. Il meglio sta nel jingle jangle limpido ed autunnale di “I’ll Be There” e nell’uno-due terremotante di “Adventure Boat” (questi ragazzi hanno i numeri garage giusti, Black Lips avvisati) e “Superhero”, cadenzata e slabbrata con una chitarra che suona fertile come la campana del risveglio per la Nazione che sogna di giorno.
È tutto il disco comunque, tra andamenti sonnacchiosi e bruschi risvegli ormonali, tra fumi, fanghi e luccichii che piace come le peggiori produzioni garage’n’roll (Bomp, In The Red, Voodoo Rhytm), anche quando, come in “You Are Good, I’m Not Bad”, è la psichedelia texana degli ascensori del tredicesimo piano che fa capolino.
“Sick Of Love” piazza di diritto i Jean Claude Satàn tra le migliori esperienze e speranze che attraversano il continente su furgoni scassati e pieni di strumentazioni vintage.
(Lorenzo Centini)
Collegamenti su Kalporz:
Caspiterina! – J.C. Satàn, altro che damerini alla BRMC (o1.11.2010)
15 gennaio 2011