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Ormai è chiaro che i British Sea Power sono un po’ come il vino, migliorano con il passare degli anni. Il loro quarto disco (se si esclude “Man of Aran” che era la sonorizzazione dell’omonimo documentario) si intitola “Valhalla Dancehall” e rimane sui livelli del precedente “Do you like rock music?”, senza aggiungere né togliere nulla. Ma siccome parliamo di livelli già più che buoni, nessun dramma. Con gli ultimi due lavori il gruppo di Brighton ha di fatto consolidato un proprio stile che mischia sonorità di art rock alla Arcade Fire e Wolf Parade con la ruvidezza del post punk che già aveva contrassegnato gli esordi della band. L’apertura dell’album, affidata a “Who’s in control” è un piacevole pugno nello stomaco. Chitarre ruvide che stridono e contrastano con i toni quasi “epici” del brano e creano un sound ad alto impatto. Tensione sonora che si mantiene alta con la successiva “We are sound”, con una struttura parecchio new wave. Con il passare dei minuti e delle tracce però, “Valhalla Dancehall” conosce anche momenti più riflessivi, quasi intimisti, come “Georgie Ray”. Anche “Living is so easy”, scelta come singolo apripista per il disco, si presenta con un approccio insolitamente pop per le abitudini dei British Sea Power. E lo stesso discorso potrebbe farsi, almeno in parte, per “Luna” e “Baby”. Ma sono soprattutto gli episodi più aggressivi e venati di punk a dettare i ritmi e regolare l’economia dell’intero album, come l’urticante “Stende null” o “Observe the sky”, per esempio. Uno dei brani più azzeccati del disco però rimane “Mongk II”, una sorta di pastiche sonoro in versione lo-fi, in cui vengono mescolati sapientemente punk e new wave. La valutazione complessiva di “Valhalla Dancehall” non può che essere positiva. Se “Do you like rock music?” era il disco della consacrazione, questo nuovo lavoro ne rappresenta la piacevole conferma, oltre che un riuscito riassunto di tutto quello che il gruppo di Brighton ha offerto musicalmente, dall’esordio sino a oggi.
80/100
(Francesco Melis)
08 febbraio 2011