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E’ bene liberare subito il campo da ogni dubbio: “Seefeel” è, in tutto e per tutto, un album da Warp. Lo è dalla prima all’ultima nota; dal primo all’ultimo lamento elettronico. Lo è quando sprigiona gli odori degli anni ’90 e quando, come in “Faults”, vede vibrare sussurri folk su di un terreno lastricato di IDM e velati riferimenti rock. E ancora, mentre incede potente la sezione ritmica di “Rip-run”, nella quale si intrecciano sussulti elettronici, deflagrazioni warp/rephlexiane, mugolii e riff accompagnati da tiepide atmosfere bucoliche.
La formazione, che oggi, a fianco dei “vecchi” Mark Clifford e Sarah Peacock, vede Shigeru Ishihara al basso e Iida Kazuhisa alla batteria, ha sondato, nel cuore degli anni ’90, i territori parallelamente battuti, tra gli altri, da Autechre, LFO e Future Sound of London.
Ascoltando il loro Ep “Startrought” (Warp, 1994), ad esempio, è impossibile non trovare punti di contatto con “Incunabula” (Warp, 1993), “Amber” (Warp, 1994), “Anti Ep” (Warp, 1994) e “Tri-Repetae” (Warp, 1995), tutti lavori della coppia formata da Sean Booth e Rob Brown. Ancora in “Polyfusia” (Too Pure, 1993), i Seefeel, nella scelta dei suoni di sottofondo e nell’attitudine alla cassa in quattro, sembravano rievocare gli elementi caratterizzanti di “Accelerator” (Jumpin’ & Pumpin’, 1991), capolavoro dei Future Sound of London.
Da premesse, dunque, molto chiare, arriva questo ultimo lavoro che traspone nel presente, in una sorta di nuova definizione delle coordinate del suono IDM, il sopracitato bagaglio formativo, affiancando con disinvoltura ad episodi addolciti dalla voce della Peacock, sfuriate elettroniche più ortodosse se confrontate con la tradizione. Da studiare ed assimilare pazientemente.
69/100
(Tommaso Artioli)
8 febbraio 2011