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Se il vertice della scala dei valori dell’appassionato di musica deve vedere il sorpasso della categoria di “sensibilità” su quella di “genere”, come vuole un recente articolo pitchforkiano, allora è forse possibile affermare che nella scena elettronica contemporanea più che la tradizione cui si appartiene, risulti di fondamentale importanza la disposizione verso una spiccata sensibilità pop: la capacità, in altre parole, di piegare in senso marcatamente melodico la difficoltà, l’oscurità, di un genere dai tratti talvolta ostici, dalle sonorità ossessive, dalle complesse trame spesso di problematica assimilazione. Da questo punto di vista i Visions of Trees, duo londinese formato da Sara Atalar e Joni Juden, sembrano avere buone carte da giocare per emergere dal sovraffollato panorama britannico: con all’attivo un solo singolo, “Sometimes It Kills/No Flag”, ma già circondati da un certo hype, i due si muovono con sicurezza condividendo prestigiosi palchi con Sleigh Bells e Everything Everything, padroni di un suono legato alle oscurità di Fever Ray, e ad un classico pop alla Kate Bush. Con Sara e Joni parliamo del neonato progetto, della scena made in UK e del futuro prossimo, che inizia dal tour italiano di questi giorni.
Come nasce il progetto Visions of Trees? E quali sono le vostre esperienze musicali precedenti?
Ci siamo conosciuti circa diciotto mesi fa, attraverso amicizie comuni. La cosa è decollata molto rapidamente dopo il nostro incontro e da allora non abbiamo avuto una vera e propria pausa. Direi che le nostre principali influenze includono una certa dance music, rap ed in generale r’n’b moderno. Ma ci piace anche il pop commerciale.
Il singolo, ed in particolare il pezzo “Sometimes It Kills”, mostrano appunto un evidente approccio pop. Ma alcune canzoni che si trovano ad esempio su soundcloud suonano come oscuri bozzetti elettronici. A quale delle due opzioni vi sentite maggiormente vicini?
In realtà non ci proponiamo in partenza di suonare in un certo modo, o di scrivere un certo tipo di canzoni. Personalmente, considero pop music la maggior parte delle cose che facciamo. I nostri pezzi esprimono malinconia, sentimenti come mancanza di speranza e isolamento. In questo senso non colgo la differenza tra “Sometimes It Kills” e le nostre ultime cose.
Visions of Trees by Visions of Trees
Mi hanno colpito alcuni passaggi di elettronica “hard” in “Sometimes It Kills”, non lontani ad esempio da un gruppo come gli Sleigh Bells. Volevo chiedervi qualcosa intorno a loro e ad un altro gruppo che conoscete bene come gli Everything Everything. Ed in generale come valutate la scena elettronica britannica con l’emergere, proprio attraverso il pop, della corrente dubstep?
Non vedo grandi affinità tra la nostra musica e quella degli Sleigh Bells. Io sono abbastanza appassionato di elettronica anni ’90, rave e UK garage, e penso che questa parte della mia formazione emerga in particolare nella nostra produzione più recente. Gli Everything Everything sono ragazzi fantastici, abbiamo lo stesso management e siamo andati insieme in tour lo scorso anno: trovo la loro musica molto fresca soprattutto nelle parti più chitarristiche. Per quanto riguarda la scena dubstep, mi interessa molto, ma in Inghilterra in questo momento si sta producendo davvero tantissimo in questo ambito, ed è difficile tenersi continuamente aggiornati: i miei preferiti sono comunque Becoming Real e D/R/U/G/S, che suonano elettronica in modo diverso da tutti. In effetti questa scena è davvero buona: etichette come Night Slugs, 502 e Hyperdub stanno facendo uscire molte cose notevoli. C’è un sacco di buona musica intorno a noi.
Per quanto riguarda invece influenze e riferimenti, sono curioso di sapere quali sono quelli di Sarah rispetto alla voce. Ci sono delle cantanti cui in particolare ti ispiri?
Sono influenzata sia da voci femminili che maschili, soprattutto da chi mi sembra in grado di raccontare una storia attraverso il canto. Artiste divenute icone come Kate Bush o Joni Mitchell hanno avuto un grande impatto su di me quanto ero una teenager. Inoltre amo molto l’incontenibile capacità compositiva di Regina Spektor.
Come avviene il vostro processo compositivo? Nasce prima la base elettronica o la linea melodica?
Solitamente inizio da un beat, da alcuni suoni, o da qualsiasi cosa, cui in seguito aggiungo elementi diversi. Mi piacciono le melodie efficaci, così spendo molto tempo su di esse. Le parole poi, possono emergere in qualsiasi momento: essendo i nostri testi generalmente molto personali, è necessario un certo stato d’animo per poter essere in grado di catturare un sentimento. Talvolta utilizzo per comporre anche le chitarre.
Infine, futuro. Oltre alle molteplici e prestigiose esperienze live, come procede il lavoro di composizione? State pensando ad un album o magari ad un EP? In altre parole, come valutate la vostra crescita musicale?
L’idea è produrre un altro singolo o un EP prima di iniziare a lavorare sul disco d’esordio. Sicuramente uscirà qualcosa tra Maggio e Giugno. Dopo l’estate ci siederemo con calma, probabilmente nascosti in un bunker da qualche parte, per registrare il nostro primo album.
(Francesco Marchesi)
Date live:
30 MARZO 2011 – Roma, Alchemist
31 MARZO 2011 – Genova, Fabriek Studio
1 APRILE 2011 – Bologna, Scrub Bar (serata Friday I’m In Love!)
2 APRILE 2011 – Firenze, Ex-3 Gallery
Collegamenti su Kalporz:
News – “Visions Of Trees, etereo electro-pop adolescenziale” (28.02.2011)
30 marzo 2011