SOUNDGARDEN, “Live On I-5” (Universal, 2011)

6 Comments

  • Matteo Ghilardi
    Posted 04/04/2011 at 18:19

    Lore, io sarò completamente impazzito (probabile), ma a me sto disco è piaciuto. D’accordo che la voce non è quella di un tempo, che i dischi live di Nirvana e Pearl jam siano più intensi (anche se non sono convinto che Live On Two Legs lo sia, rispetto ad alcuni doppi fantastici o all’ottimo live allegato nella ristampa di Vs./Vitalogy). Aggiungo il fattore nostalgia, ma il risultato generale non è per niente ignobile. Certo, avessero pubblicato un live del ’91 sarebbe stata un’altra cosa, ma ogni gruppo cerca sempre di evolversi. Per cui Soundgarden nel ’96 significava pure coretti di teenagers e pop (ma di gran classe).

  • lorenzo centini
    Posted 04/04/2011 at 20:50

    no, che impazzito. solo che, da (ex) ossessionato (non fan, ossessionato) di soundgarden, mi sembra che abbiano pubblicato un bootleg di una fase fiacca (dal vivo, perché down on the upside è un discone pazzesco) e la cosa mi sembra penosa. poi le canzoni sono tutte splendide, ma suonate alla bell’e meglio e appena finiscono ti viene voglia di risentirle su disco. che live è?
    poi, al di là della musica, c’è il fatto che chi compra i dischi viene continuamente preso in giro con ristampe, bonus, reunion, live mediocri, cofanetti, quotidiani allegati… ascoltare i dischi non è come collezionare francobolli.
    opinione mia, ovviamente.

  • Davide
    Posted 04/04/2011 at 23:21

    Non mi esprimo sul live in questione perchè non ho ancora avuto modo di ascoltarlo, certo che citare ad esempio live on two legs dei PJ mi sembra quantomeno esagerato, nel senso che proprio i pearl jam con le decine e decine di bootlegs pubblicati hanno dimostrato che il primo live ufficiale era proprio una nefandezza per produzione e scelta di brani.

    Quando lo scorso anno i Soundgarden sono tornati a suonare ho visto su Youtube diversi video del concerto di Chicago e la voce di Cornell era molto buona. Molti fans del gruppo non mi sono sembrati così catastrofisti riguardo al prodotto e tra dire che è un capolavoro o una schifezza credo in mezzo ci sia il classico valore medio del prodotto live, poi aspettarsi Cornell con la voce degli anni buoni mi sembra utopistico ma non per scarso impegno o voglia, solamente perchè non ce la fa e la cosa è risaputa.

  • Lorenzo Centini
    Posted 06/04/2011 at 08:27

    …infatti, davide, il live è del ’96. non avendolo nemmeno sentito ti sei perso le stecche (che non sono un problema, a meno che non cerchino di spacciarmi biglie al posto di perle), un suono smorto e una band fiacca. che la universal spacci questa cosa per monetizzare una reunion è come vedersi servire pesce tutt’altro che fresco in un ristorante di lusso.
    il succo: se avete dei bootleg vecchi, teneteli senza dare 20 euro ad una multinazionale.
    anche perchè le recensioni si scrivono prima di tutto per chi i dischi li compra. e magari li ascolta anche.

  • Lorenzo Centini
    Posted 06/04/2011 at 08:30

    e live on two legs è un gran bel live che non sfrutta nemmeno il feticismo dei fans vendendogli un cd per ogni concerto. o magari vedder che canta sulla tazza in bagno.

  • Matteo Ghilardi
    Posted 10/04/2011 at 20:49

    Ahahahah, Lore! Ti giuro che se Vedder registrasse un live seduto sulla tazza del cesso lo comprerei ad occhi chiusi. Anche solo per la sfida che potrebbe lanciare con un’operazione del genere.

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010