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Spaccano questi romani, bruciano il suono, riescono a essere primordiali e catchy, forti e accorati!
La loro musica dice un “sì” di immutabile esaltazione e di eloquenza schietta, si fa accettare senza difese perché parla con felicità ai sensi che vogliono crollare, facendo di sé qualcosa di migliore che spezzarsi in inutili chiacchiere. Insomma una musica maschia, rude e purtuttavia con quell’innato senso di dramma e pathos prettamente italiani che nemmeno i muscoli metallari impediscono di venir fuori.
Il loro potere ammaliatore viene esibito in “A-Sides”, EP di esordio dopo mesi e mesi di esibizioni dal vivo, 4 pezzi che omaggiano stoner e metal a go-go e che rappresentano il trampolino di lancio per i tre romani Valerio Di Lella (Vocals, guitars), Camillo Alberini (Drums), e Andrea Casali (Vocals, bass).
“Blindoom”, loro pezzo preferito dal vivo, attacca con un grugno guerrafondaio zeppeliniano, una cavalcata dannata che matura nella voce di Valerio Di Lella, tostata al punto giusto per sviscerare anche in noi, e davvero con poco, sentimenti schietti e antiretorici. “Everlasting End” insiste sulla citazione spudorata dei QOTSA, e non sposta la canna del fucile dall’intento di acchiappare rispettando poche regole elementari. “Away From Me” è un AOR a tutti gli effetti, un pezzone che rischia di perdere il filtro sporco dell’heavy per straniarsi in hair metal, riuscendo di fatto a mantenersi teso, evitando continuamente di scoccare la freccia della ruffianeria romantica da ballad commerciale. “Reminder” alza di nuovo il volume, rimette la quarta e riparte uguale alle miriadi di canzoni del tuono che l’hanno preceduta e che la seguiranno. Sempre necessaria però, come il sangue che scorre nelle vene.
Il suono incendiario dei Greatfire è tutto qui, semplice e senza “stranezze” personali che indichino innovazione. Viene intrappolato in quasi 15 minuti pensati e suonati di corsa, in una mistura di ruvidezza e cura che non usa trucchetti per piacere: è un lavoro radiofonico di presentazione, che rispetta profondamente la forma canzone, contando esclusivamente sulle qualità esplosive delle performances live. Altro non è e non vuole essere. Uno di quei casi in cui non è detto che sia un male.
60/100
(Stefania Italiano)
18 maggio 2011