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Era effettivamente troppo bello per essere vero. Un festival hip hop a Bologna di quelli seri, con buona parte della scena rap nostrana a esibirsi e tre mostri sacri a chiudere il tutto: gli Onyx, Doom e Snoop Dogg sotto le due torri, tutti assieme lo stesso giorno, roba che a farsi prendere dall’entusiasmo c’era da pontificare sugli effetti benefici che il crollo del mercato discografico ha portato nel circuito live, e da scappellarsi ripetutamente di fronte al coraggioso tentativo di organizzare una manifestazione del genere in Italia.
Sembrava tutto studiato nei minimi dettagli. Con gli ospiti americani si coprivano infatti tre nicchie diverse: gli Onyx fanno parte di quel filone malato newyorchese a metà tra il rap hardcore e il caso psichiatrico esemplare, protagonisti negli anni novanta di alcuni lp di assoluto spessore come “Bacdafucup” (’93), “All we got iz us” (’95) e “Shut’em down” (’98) e di alcune street anthem leggendarie, tra cui vogliamo ricordare proprio “Raze it up” . Delinquenza verbale, testi sbraitati, ritornelli da sgolarsi tutti insieme in coro sotto il palco: gli aficionados di quel periodo storico non si sarebbero certo persi l’esibizione di Sticky Fingaz, Fredro Starr e Sonee Seeza.
Snoop, per quanto imbolsito dagli anni e dal tempo che avanza inesorabile, è pur sempre il padrino di quel G-Funk che ha inevitabilmente segnato la storia dell’hip hop, ha in carniere una sfilza pressoché infinita di album, una serie interminabile di pezzi da classifica, è un nome che potrebbe risultare familiare anche alla casalinga di Voghera: non a caso è stato scelto dalla promozione per fare da traino all’evento, capace com’è di attirare gli ascoltatori distratti di Mtv, i ragazzini, i nostalgici della West Coast e non da ultimo le attenzioni dei media.
Per quanto mi riguarda però, il selling point del Raze it up festival era certamente la presenza di DOOM. L’artista in questione fino a un paio di anni fa si chiamava Mf Doom e, per farla breve, a parere di chi scrive (e non solo) è uno dei migliori m.c. di sempre: “Madvillainy” (2004) è lì a dimostrarlo, ma non c’è veramente nulla nella sua discografia che non valga la pena di essere ascoltato. Flow eccelso, soluzioni metriche inconsuete, un gusto per le produzioni che va al di là dell’abc del genere; aggiungete un immaginario legato più ai fumetti che alle risse da strada, la scelta di non rivelare mai il proprio volto ma di nasconderlo dietro una maschera d’acciaio, una storia tormentata degna di un romanzo e una scarsa propensione per le apparizioni live e per l’espatrio, visto che prima del 2010 non aveva mai suonato nel nostro continente, e capirete la curiosità e l’attesa che una sua eventuale presenza a Bologna aveva scatenato negli appassionati. Io, per dire, non vedevo l’ora.
Dicevo: troppo bello per essere vero. E infatti il Raze it up festival è saltato, a poco più di 48 ore dal via, e non si capisce bene il perché. Sono stati proprio gli Onyx, attraverso Facebook, a segnalare che qualcosa non andava: “Avvisiamo tutti i nostri fan che il concerto previsto a Bologna non ci sarà, gli organizzatori ci stanno evitando adducendo scuse poco credibili”. Né Snoop né DOOM segnalavano la data di Bologna fra quelle in programma nei prossimi giorni; il tam tam si è fatto via via più insistente e nella giornata di ieri si è assistito a un vero e proprio assedio alla pagina Facebook dell’evento, fino a che gli organizzatori non hanno annunciato che il festival era annullato. L’enorme amarezza per una “sòla” di proporzioni epiche si è presto trasformata in furia cieca: minacce di morte, accuse di coprofagia, siete degli infami, meglio se non uscite più di casa, vi veniamo a cercare, ridateci i soldi, ancora minacce di morte, reiterate, descritte minuziosamente, roba che gli sceneggiatori del prossimo Saw si dovrebbero munire di penna e taccuino e segnarsi alcune delle idee emerse nel turpiloquio generale. Contando che ben difficilmente si passerà ai fatti, devo ammettere che mi sono divertito molto a leggere le centinaia di commenti piovute sulla testa di questa Arena Live Show, protagonista di una delle più colossali prese in giro nella storia del genere. L’incazzatura generale è più che giustificabile: i ticket del festival (sembra) verranno rimborsati, ma per chi ha preso i biglietti del treno o dell’aereo, per chi ha prenotato un albergo a Bologna, per chi si è preso un giorno di ferie che si fa?
Avrei alcune domande. Come fa a saltare un evento del genere così, di punto in bianco? Com’è possibile che siano gli Onyx a dover tampinare gli organizzatori per sapere se suoneranno? Snoop e Doom sono stati effettivamente contattati o si è fatto solo un sondaggio circa la loro disponibilità a suonare il 2 luglio a Bologna, aspettando poi per mettere mano al portafoglio di sapere il dato delle prevendite, come sembra leggendo le prime estemporanee giustificazioni degli organizzatori (riassumibili con un abbiamo venduto solo 2mila biglietti, annulliamo perché rischiavamo di rimetterci troppo)? Il Comune, la Regione e l’Heineken, in questo periodo di magra economica, hanno patrocinato l’evento solo sulla fiducia?
Più in generale: ci si rende conto delle conseguenze che un pacco del genere comporta? Immagino le difficoltà che incontrerà il povero cristo che proverà a portare davvero DOOM, gli Onyx e Snoop in Italia. Per non parlare dello scotto preso da chi ha acquistato il biglietto in prevendita, la prossima volta ci penserà due volte prima di farlo. Mi dispiace poi che nella maggior parte dei commenti letti su Facebook il ragionamento fosse di questo tipo: siamo in Italia, siamo un paese di merda, cose del genere accadono solo da noi. Sarà anche vero, ma forse è giunto il momento di dare la colpa alle singole persone, quando se lo meritano, perché altrimenti non se ne esce più.
(Fabio Varini)
30 giugno 2011