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Una metodica posata, curata e creativa. Proprio quella tipica del collezionista. “Hotel Shampoo”, terzo album solista dell’eclettico Gruff Rhys, leader dei Super Furry Animals, prende adito proprio dalla mania del songwriter gallese di collezionare le piccole bottiglie di shampoo degli hotel, collezione quella di Rhys, che è diventata anche un’installazione esposta al Chapter Arts di Cardiff. E’ da questa cura creativa per la collezione di dettagli che scaturiscono tredici tracce colme di ricordi, passato e presente che si sfiorano in una panoramica musicale mai eccessiva o pretenziosa.
Un chamber-pop che si snoda in echi sixties, come nel pezzo che apre l’album, “Shark ridden Waters” anche singolo di lancio del disco, che suona come una c olonna sonora anni sessanta. “Hotel Shampoo” e tutte le sue tredici tracce non hanno un disegno ben preciso, ma spaziano fra le innumerevoli sonorità, mantenendosi unite dal placido timbro vocale del welshman. Si passa quindi dalle sfumature alla Beatles più psichedelici come in “Honey all Over”, a frammenti orchestrali finemente curati, con basi di pianoforte o morbidi fiati come nelle ballate “At the heart of love” o “Take a sentence”. Il tutto inframezzato da pezzi che rimandano direttamente a influenze tex-mex, con ritmi esotici mai eccessivi come “Sensation in the dark” o “Vitamin k”.
Una delle caratteristiche, tutte positive di questo ultimo lavoro di Gruff Rhys è l’eccellente capacità del cantautore di rielaborare e rivisitare tutto il proprio lavoro, per poi mettere queste rivisitazioni in fila, una dopo l’altra, come bottigliette di shampoo in un’armadietto. Ogni bottiglietta deve avere un suo certo appeal per poter formare insieme alle altre un particolare colpo d’occhio. Ecco come si potrebbero definire i brani di “Hotel Shampoo”, una collezione rivista e rinnovata per l’occasione, ma soprattutto impreziosita dalla cura vintage per i dettagli musicali e stilistici della composizione, che consegnano un lavoro ispirato.
70/100
(Eleonora Ferri)
5 agosto 2011