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L’ultimo lavoro di World’s End Girlfriend, “Seven Idiots” (uscito in Europa e Stati Uniti per Erased Tapes Records), è folle al punto da essere pieno di saggezza. Andiamo a fare la conoscenza con il musicista giapponese Katsuhiko Maeda che si cela dietro a quel moniker.
Da dove nasce l’immagine decadente e malinconica del tuo nome, quello di una fidanzata della fine del mondo?
“Non sono consapevole riguardo alla questione della decadenza, mi sono soltanto espresso liberamente e questo è ciò che ne viene. Penso che la storia del comportamento umano a partire dal XX secolo sia profondamente decadente”.
Potresti raccontarci qual è il processo creativo che porta alla nascita di una canzone degli WEG?
“Creo molte melodie contemporaneamente tutti i giorni e poi, tra queste, ne seleziono attentamente alcune. Un pezzo interessante cattura la mia attenzione ed evolve, un pezzo che non mi attrae rimane com’è, senza essere toccato. Tutti i pezzi che ho completato hanno qualcosa che mi attrae e interessa fino a che non raggiunge l’ultimo stadio”.
Nella tua formazione ha avuto un ruolo importante la musica classica ascoltata da bambino. L’elaborazione elettronica e l’intento apparentemete disgregatore invece da dove vengono? Sembra infatti che due forze opposte tengano insieme la tua opera.
“L’armonia e gli accordi che provengono dalla musica classica e Occidentale sono molto importanti, ma non penso che esauriscano il campo della muisca. Sono soltanto un elemento del concetto “musica”. Forse la musica elettronica/computerizzata ci è stata data per liberarci dalla natura umana e dalla metodologia musicale occidentale. Noi umani abbiamo entrambe le componenti di creatività e distruttività. Penso che, tolto l’asse temporale, creazione e distruzione siano un tutto unico”.
World’s End Girlfriend, “Teen Age Ziggy”:
Quali sono le tue fonti ispiratrici?
“Tutto ciò che viene percepito come emozionale nel mio cuore. Non mi interessa il suo stile, se è buono o cattivo, se è giusto o sbagliato”.
Visto che accennavamo all’infanzia… è una terra di ispirazione per la tua musica?
“Penso che la mia musica sia influenzata dall’infanzia solo inconsciamente, ma non penso che sia questa la fonte della mia ispirazione. So che esiste un mondo che soltanto i bambini possono percepire e io ho perso quel tipo di sensazioni”.
Parlando invece di “Seven Idiots”, primo full-lenght per la Virgin Babylon Records, etichetta da te fondata per avere maggiore libertà espressiva: chi sono i sette idioti del titolo?
“Si, spero di poter mostrare il caos più liberamente grazie alla mia etichetta.
A proposito di chi sono i “Seven Idiots”, ti consiglio di cominciare chiedendoti chi è “Idiot”. E’ davvero “Idiot” chi riteniamo generalmente tale? Da altri punti di vista, in situazioni diverse, potrebbe avere a che fare con qualcosa di nobile”.
In “Seven Idiots” c’è l’idea epica e grandiosa di una Divina Commedia a ritroso che finisce dove il viaggio dell’artista in genere tende a finire. Perché questo folle cammino? E Dante è stato presente nel tuo atto creativo?
“Penso che la discesa agli inferi sia piuttosto moderna come immagine. La mia non è la storia di come si viene accompagnati in Paradiso da Beatrice ma piuttosto di come si incontra qualcuno come Beatrice che però è all’inferno. Ovviamente sono stato influenzato dalla “Divina Commedia” di Dante e da Dante stesso ma, dato che si tratta di un imponente, grandioso poema epico, credo che sia impossibile esprimerlo pienamente soltanto con la musica”.
Ci sono immagini che emergono spontaneamente durante l’ascolto, sprazzi commoventi per esempio nella suggestiva “Bohemian Purgatory”, per non parlare della contemplativa “Unfinished Finale Shed” che chiude l’album. Ci sono immagini chiare e profonde che ti hanno ispirato durante questo lavoro?
“Ho davvero tante immagini ma preferirei che l’ascoltatore fosse in condizione di ricevere immagini liberamente dalla musica quindi non dirò quali sono le mie immagini personali. Se qualcuno ha il desiderio di avere successo (andare fino in fondo) addirittura nella discesa agli inferi, probabilmente “sentirà” sempre di più in questo album”.
Potremo vederti presto in Italia?
“Ho avuto un’offerta per una serata in Italia ma non ha funzionato. Mi piacerebbe tanto conoscere l’talia e sto cercando la possibilità di venire a suonare li presto”.
Potremo un giorno aspettarci una collaborazione con qualche cantante? In maniera molto personale mi sentirei di associare WEB a Momus…
Momus? Se proprio un cantante, mi piacerebbe lavorare con Antony and the Johnsons. Sono aperto alle collaborazioni con altri musicisti, di qualsiasi tipo, basta che io ritenga che possa esserci qualcosa in comune, a qualsiasi livello.
World’s End Girlfriend, “Les Enfants Du Paradis”:
(Stefania Italiano)
traduzioni di Valeria Stenta
16 settembre 2011