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Sotto una patina di suoni sintetici da modernariato retro-maniaco, si nasconde una cura certosina nel veicolare fermenti di grazia pop dall’ampia gamma di “frequenze” sonore. “In Heaven” è una sorta di rimescolamento dell’eterea e magica sostanza del dream pop di marca Beach House (“Saturday Sunday” o “Eastern Green”) dal piglio 80’s ed un retrogusto acidulo à la Blonde Redhead di “23” (“Luna’s Theme”) anche per via del timbro di Andrea Estrella, piuttosto simile a quello di Kazu Makino.
Da Long Island, Estrella e il suo partner in crime cantante e chitarrista Eric Cardona – anche se la band comprende anche Gabe D’Amico al basso, il bassista Bryan Ujueta e il tastierista Dev Gupta – hanno lasciato trascorrere un po’ di tempo tra i due Ep d’esordio e questa prova sulla lunga distanza, definendo ciò che era accennato e ponendosi come valida e più sostanziosa alternativa all’indie pop privo di polpa che negli ultimi tempi trova rifugio tra le furbe pieghe di ciò che si può chiamare chill-out, glo-fi o come si desidera. La vivace declinazione di algida sensibilità, derive funky (da ipotetico ponte tra certo Prince e gli Young Marble Giants) cresce ad ogni ascolto, nonostante perduri l’impressione che l’ultra classica marcia in più non sia ancora stata innestata. Poco importa, dato che al momento il talento è evidente mentre si insinua sornione sotto pelle, come con la spudorata emotività della catarsi da synth in ascesa di “Kimmi In A Rice Field”, il dolente deliquio di “Spain” o il molleggiare ruffiano di “Gene Ciampi”.
70/100
(Giampaolo Cristofaro)
5 dicembre 2011