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Secondo lavoro per i Don Turbolento, che con “Attack!” provano a bissare le buone reazioni suscitate dal disco d’esordio del 2008. Questa nuova prova del duo appare come una sorta di fratello maggiore dell’opera prima, più maturo e consapevole. Insomma se per forza un secondo disco deve segnare un’evoluzione per una band, “Attack!” segue perfettamente questa regola. L’evoluzione in questo caso riguarda in particolar modo i suoni e le parti elettroniche che appaiono ancora più attuali e moderne che non in passato.
L’inizio del disco lascia quasi senza fiato per ritmiche, con “What I CAN” e la title track che basano la loro forza sull’impatto. Il punto a favore dei Don Turbolento è in questo caso il fatto di riuscire a creare una certa varietà sonora pur con una formazione minimale. Cosa non facile anche perché il terreno dell’electro rock può spesso portare a soluzioni strumentali banali e ripetitive. Non è il caso di “Attack!”. Dario Bartolotti e Giovanni Battagliola continuano a percorrere territori sempre più votati all’electro ma in modo intelligente e ben calibrato, soprattutto con brani come “Tanzen Dusseldorf” e “Evil Heathen”.
A voler trovare un difetto a questo disco, si può dire che la seconda parte sia meno efficace della prima, quasi come se la vena creativa del duo bresciano vada scemando, anche se solo leggermente. In più a interrompere il mix composto da liriche quasi minimali e anglofone, “Desert line” presenta il cameo abbastanza inutile di Max Collini degli Offlaga Disco Pax, ovviamente in italiano. Un po’ come mangiare due cibi buoni che non possono però mescolarsi bene insieme. La sensazione di un disco riuscito a metà è abbastanza forte. Non per questo il materiale di “Attack!” è da accantonare, anzi. I lati positivi dell’album stanno a testimoniare che il percorso intrapreso dai Don Turbolento sia quello giusto, a cui in futuro si potranno aggiungere con efficacia nuove ed importanti idee.
64/100
Francesco Melis
26 gennaio 2012