Share This Article
Sono pazzi questi Of Montreal. O meglio, Kevin Barnes è ormai in pieno controllo della sua folle creatività ed è capace di veicolarla e manipolarla da stregone provetto, apprendistato terminato con quel gran disco di “Hissing Fauna, Are You The Destroyer?”. Il che non rende in automatico “Paralytic Stalks” il capovolaro del gruppo di Athens. Prodotto dallo stesso Kevin presso i suoi Sunlandic Studios e mixato da Drew Vandenberg (Deerhunter, Toro y Moi e in “Malefic Dowery” si avverte eccome) il disco è l’ennesima prova multistrato a colpi di lustrini, songwriting di razza, guizzi estemporanei e incursioni nel pop di ogni tempo e luogo. Il tutto impreziosito dalla presenza della violinista Kishi Bashi che ha portato con se un nutrito gruppo di sessionman a contribuire in maniera profonda ad ogni elemento del disco, dagli arrangiamenti dei fiati (belli grasi) alla composizione stessa – mai avvenuto finora – nonostante gli Of Montreal non siano mai stati un gruppo dalla line-up inossidabile.
Amanti del minimalismo e della sobrietà possono pure scappare via, perché ogni pezzo è strabordante di stimoli e intuizioni, tra impatto rock à la Bowie (“Dour Percentage”) in trance sci-fi e traduzioni in quattro dimensioni del pop di Barret. A tratti si ha l’impressione di ascoltare i Flaming Lips mediati dagli MGMT (e il “campo di applicazione” è in effetti quello lì) con il problema che perseguire la quadratura del cerchio, mantenere tutte le influenze e le idee ed essere “personali” al contempo, è necessaria lucidità immensa e mano ferma e non sempre ciò avviene. Per il resto, che ci si goda appieno la melodia sessuale di “Spiteful Intervention” (anche “Ye Renew The Plaintiff” non scherza, ma è troppo smaccatamente Prince oriented e sfilacciata), il passo funky della gommosa “We Will Commit Wolf Murder” e la splendida mega ballad “Wintered Debts”.
72/100
(Giampaolo Cristofaro)
22 febbraio 2012