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E’ un buon disco di avant-folk, il ritorno degli Elfin Saddle, per quanto è possibile meglio inquadrarlo come il classico passo di lato. E’ anche ben inserito nell’immaginario sonoro di casa Constellation, un alternarsi quasi obbligato del tenore delle direttiva sonore imposte dai progetti di Efrim Menuck o di Carla Bozulich. “Devastates” è un susseguirsi quasi predestinato di litanie sussurrate o urlate, squassate da folate di rumore elettrico, alternato ad ecumeniche distese di foreste di oscuro folk. Da “The Chancing Wind” a “The Wind Come Carry”, vengono tessute canzoni dilatate che sono capaci di distendersi placide, così come di inasprirsi, mostrando il lato oscuro della propria materia.
A rendere il tutto ben architettato e “stabile” poi, ci pensa la cifra stilistica del gruppo stesso, immutata rispetto a “Ringing For The Begin Again”, garantendo qualità costante, per quanto priva di reali picchi, quei due o tre pezzi cioè che si elevano rispetto al resto e riscaldano davvero il sangue.
70/100
(Giampaolo Cristofaro)
11 aprile 2012