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Lasciatemelo subito dire: ne avevamo un gran bisogno. Non per forza di questo disco, che nella sua semplicità riesce comunque a costruire un mood adatto a ogni stagione, quanto piuttosto che si risollevasse in qualche modo il nome dei Teenage Fanclub. La curva discendente degli eroi di Glasgow, si può dire, ha purtroppo offerto più delusioni che momenti degni di essere ricordati, e il silenzio discografico (oltre che concertistico) dopo l’infelice “Shadows” conferma l’impasse in cui si sono impantanati forse definitivamente. Nel 2012 ci si trova invece davanti a Lightships, piombato dal nulla come un fulmine a ciel sereno: se avessi dovuto scommettere su chi dei Fannies si sarebbe cimentato per primo con un lp solista, io – ma credo tanti altri – avrei detto Norman Blake. Contrariamente alle attese, dietro il nuovo moniker si cela niente meno che il supergruppo messo in piedi da Gerard Love, uno che di pop se ne intende e di grandi pezzi ne ha scritti a iosa. Ebbene, il bassman non tradisce.
Non voglio illudere nessuno, siamo sempre dalle parti del culto per pochi – questo non fa notizia – e le coordinate musicali sono quelle che chi ha masticato i Fannies può immaginare: cantautorato squisitamente pop, melodie come se piovesse e arrangiamenti curati. Non ci sono miracoli né invenzioni da lasciare a bocca aperta ma tutto scorre leggero e senza cadute, alternando ballate cariche di sentimenti a momenti più upbeat altrettanto gradevoli. Gerard Love maneggia il tutto con la calma di chi sguazza in questi lidi da tempo immemore, “limitandosi” a creare un organico mosaico di suoni al servizio di una scrittura decisamente ispirata. Non serve nemmeno vivisezionare le canzoni o raccomandarne alcune a scapito di altre: schiacciate play e lasciatevi condurre nel suo universo perché siamo di fronte ad un album che merita. Del resto, da uno con un cognome del genere, potevamo forse aspettarci altro?
70/100
(Daniele Boselli)
1 Maggio 2012