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Pillole di Primavera Sound: giovedi’ 31 maggio 2012

Nicola Guerra

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Giovedì 31 maggio 2012. Pillole brevi e fugaci dal Primavera Sound di Barcellona da parte di Nicola Guerra e Francesco Marchesi.

Ore 18.48: Inizia il nostro “vero” Primavera con la violenza degli Unicornibot nel palco vice e la brezza del mare dietro la schiena. Posto incantevole. (Nicola Guerra)

Ore 19.45: Archers Of Loaf: se dagli Anni Ottanta non si esce vivi, dai Novanta è sempre più difficile staccarsi. (Nicola Guerra)

Ore 20.57: Vergognoso set di Grimes. Non ha letteralmente idea di dove si trova. Imbottita di basi, voce inesistente. Cazzo, uno dei miei headliner… (Francesco Marchesi)

Ore 21.07: Aggiunta. C’è un nerd, visibilmente innamorato, che rompe le scatole. Lo ero anch’io fino a mezz’ora fa. Ecco, ha beccato due attacchi consecutivi. (Francesco Marchesi)

Ore 21.23: Seduti accanto a Warren Ellis dei Dirty Three a sentire Lee Ranaldo. Una costola della gioventù sonica senza la quale forse questo festival non esisterebbe. Peccato solo aver saltato gli Afghan di Greg Dulli. (Nicola Guerra)

Ore 22.34: Mudhoney: cosa vuoi dire al gruppo che pur non cambiando la storia del rcok da anni la attraversa continuando a rigenerarla. Nulla. Semplicemente perfetti. (Nicola Guerra)

Ore 22:41: I Mudhoney hanno invaso la Polonia (Francesco Marchesi)

Ore 23.45: Thee Oh Sees, genio e sregolatezza in continuo movimento. (Nicola Guerra)

Ore 23.58: Beirut, presenza scenica, qualche canzoncina… Nerd esteuropeo, noia etnica… (Francesco Marchesi)

Ore 00.40: Attesa per avere la verità sugli xx live. Due anni fa grande delusione, e anche quest’anno palco gigantesco. Vediamo se non evaporano ancora una volta (Francesco Marchesi)

Ore 00.54: I Refused sono i fuochi d’artificio prima del viaggio nel cosmo con gli Spiritualized. Reunion che non puzza di falso. (Nicola Guerra)

Ore 01.26: Le spagnole travestite da inglesi si drogano pesantemente sugli xx… come si fa a drogarsi sugli xx?! (Francesco Marchesi)

Ore 01.57: Nota di demerito alla “cucina” del Primavera: cipolle ovunque e birra che pare acqua. Ma non si può avere tutto… soprattutto dopo i Refused. (Nicola Guerra)

Ore 01.59: A sorpresa concerto eccezionale degli xx. Jamie anima e corpo di un suono più profondo e denso. Tentazione Traffic… Piaccia o no, questi fanno epoca (Francesco Marchesi)

Ore 02.38: Abbandonati i Franz Ferdinand dopo tre pezzi per Asap Rocky sul Pitchfork. Tamarri di tutto il mondo unitevi! (Francesco Marchesi)

Ore 03.04: Il Primavera ha ancora un pubblico essenzialmente rock: tutti ai Japandroids, nessuno a The Field (Francesco Marchesi)

Ore 3.47: Aveva provato a fregarmi Jason Pierce annullando il concerto in acustico. Ma alla fine gli Spiritualized hanno chiuso la giornata del Festival regalandoci il bacio della buonanotte che aspettavamo. Psichedelico e sognante. (Nicola Guerra)

31 maggio 2012

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010