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I veneti Mojomatics non hanno mai nascosto le loro radici musicali, anzi. Inutile quindi estenuarsi ricercando i punti di eccessiva derivatività nel nuovo capitolo del loro percorso discografico, pur tenendo conto della questione. Il titolo, poi, non è casuale, dato che il disco deriva da un cantiere della durata di tre anni ed è un modo per depotenziare o sublimare il dolore personale provato da Matteo e Davide negli ultimi tempi.
Il look dell’artwork, infine, rimarca ancora di più quanto espresso poco su, anche se basterebbe l’apertura da jingle jangle e power pop sparato a mille di “Behind The Trees” per ridare la vista ai ciechi. Melodie catchy, rimpallare di riff e arrangiamenti tra Stones e Kinks, Jam e Replacements, rock ‘n roll con soventi tocchi di blues/folk e via così, secondo un copione che non vincerà l’oscar per la sceneggiatura, ma è da guida per un disco gustoso e… vitale.
69/100
(Giampaolo Cristofaro)
29 giugno 2012