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Se si dovesse definire con una parola Dino Fumaretto (nome dietro il quale si cela l’estroso musicista Elia Billoni) la soluzione più naturale sarebbe quella di rispolverare la terminologia classica di “cantautore”. Non che questa parola vada intesa come viene automatico fare in Italia. Dino Fumaretto non è certo un cantautore nel senso più tradizionale del termine, soprattutto perché i modelli musicali dell’artista vanno ricercati più nella musica straniera che nazionale.
Il suo terzo album, pubblicato come il precedente per la Trovarobato, si intitola “Sono invecchiato di colpo”. Un pugno di dieci canzoni, in cui viene fuori la vena compositiva mai banale del cantautore. Nessun effetto speciale e solo strumenti tradizionali, ma il tutto condito da soluzioni spesso accattivanti ed un suono non certo da radio FM. Qualche schema compositivo non facilmente prevedibile, e suoni spesso urticanti rendono il lavoro scorrevole e non noioso.
Chitarre, piano e violino si intrecciano in modo spigoloso ed eclettico. Dall’iniziale “Cosa c’è nel frigo” al suono ossessivo della finale title track è tutto un insieme di sensazioni e suoni a cui si uniscono i testi graffianti. In generale questo disco, come i primi due, è pervaso da quell’impostazione a metà tra musica e teatro che rende particolari anche gli spettacoli dal vivo dell’artista.
66/100
Francesco Melis
10 settembre 2012