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Un concerto dei The Men ha lo stesso effetto di un pugno sullo stomaco. La sensazione di stordimento alla fine di una loro esibizione è la stessa che si ha sentendo il loro album pubblicato in primavera, “Open your heart”, ma amplificata.
E’ successa la stessa cosa con la loro data romana, nella bella location del Teatro Lo Spazio, nell’ambito del Muzak Radio Fest. Anticipato dall’esibizione di alcune band italiane tra cui i romani Wildmen, autori di un incisivo garage rock suonato solo da chitarra e batteria, il concerto dei The Men inizia subito con piglio deciso, snocciolando soprattutto parecchi momenti di “Open your heart”. Un potente e roboante muro sonoro a partire proprio dalla title track dell’ultimo lavoro.
Con una formazione “quadrata” e coesa i The Men amalgamano alla perfezione due chitarre basso e batteria, rinverdendo il punk rock di lontana memoria. Tanto che che la band di Brooklyn riporta alla memoria per impatto e incisività gli Husker Dü. Il paragone può apparire forse pesante data l’importanza e la “seminalità” della band di Bob Mould, ma il quartetto pare poterne sopportare il peso, quanto meno musicalmente.
Mescolando sapientemente i brani più recenti con quelli di “Leave home” del 2011 i The Men nella data romana lasciano pochi spazi a momenti più rilassati, spesso dilatando le parti strumentali. Stordisce la potenza sonora di brani come “Turn it around” e “Animal”, uno stordimento positivo, tanto da lasciare il pubblico soddisfatto e con le orecchie che ronzano.
(Francesco Melis)
5 ottobre 2012