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Dieci anni che portano inevitabilmente gioie, dolori, amori, illusioni e lucide consapevolezze. Sono passati per me, che ricordo l’esordio di Mr. Cody ChesnuTT come un meteorite alieno infrangersi nel mio passaggio alla musica nera. Sono passati per Cody, che non ha semplicemente abbassato le ali dopo un attestato di maestosa visione d’insieme, ma le ha aperte e lasciate libere di raccogliere tutta la poesia del suo straordinario talento.
Se difatti il frastagliato e monumentale “The Headphone Masterpiece” datato 2003 lasciava senza fiato per le idee inespresse che sarebbero certamente divenute grandi, il nuovo “Landing On A Hundred” non è né figlio né copia di quegli splendidi bozzetti ma una nuova, appunto come si diceva all’inizio, consapevolezza dei propri mezzi, studio di registrazione compreso. Un suono antico e allo stesso tempo modernissimo che asciuga l’elettronica, toglie quasi totalmente hip-hop e sperimentazione, abolisce rabbia e paranoia e si concentra sull’anima. Soul, non a caso; lo stesso che ha reso immortale Marvin Gaye, Al Green e Sam Cooke.
Quello però che rende “Landing On A Hundred” un degno successore del debutto è l’aurea che si respira in questi solchi; cinquanta quattro minuti di AMORE, Funky, Afro Beat (da pelle d’oca tutti i nomi degli stati d’Africa che si srotolano sul groove irresistibile di “I’ve been Life”), ballate al miele con gli archi a delineare le sfumature di “What Kind of Cool (Will We Think of Next)” e quelle nere in odor di trip hop quale “Don’t Follow me”. E ancora ritmi veloci che denunciano sistemi incongruenti “Where is All the Money Going” e canzoni talmente belle da mozzare il fiato come “’Till Met Thee”, capace davvero di risollevare le sorti di una giornata storta e persino generare sorrisi senza motivo alcuno.
Da un capolavoro per le vostre orecchie a un capolavoro per il vostro cuore.
88/100
(Nicola Guerra)
10 dicembre 2012