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Gli Honeybird and the Birdies sono quanto di più musicalmente variopinto il panorama italiano possa offrire attualmente. La band riesce a sfornare un secondo disco che sancisce una piena e compiuta maturazione artistica. “You should reproduce”, che esce per l’etichetta Trovarobato, è un lavoro ricco di influenze di suoni e di sitili in cui l’acustico viene catapultato all’interno di un vortice di suoni e lingue da tutto il mondo: “world music”, si potrebbe sintetizzare.
La direzione del trio (formato da Monique Mizrahi, Paola Mirabella e Federico Camici) era già chiara con il precedente album, “Mixing berries” del 2010, ma ora arriva la piena consapevolezza dei mezzi espressivi a disposizione. L’immediatezza e la freschezza dei brani contenuti in “You should reproduce” (prodotto da Enrico Gabrielli) viene fuori ad ogni minuto del disco. Dall’iniziale “To the earth’s core”, che è anche il primo singolo estratto, fino alla title track che chiude il lavoro. A brani segnati da arrangiamenti più elettrici come “Elastic stare” o il funk minimalista di “Where d’ya live yo” si contrappongono momenti più etnici (“East Village”) e più intimi ed acustici (“Swimming underwater” e “Canopy Dream”). Spicca la ritmica up tempo di “Eine kalte geschichte”.
Gli Honeybird and the Birdies riescono nell’impresa di costruire un album ricco di sonorità ricercate, ma allo stesso tempo immediatamente fruibile e godibile.
73/100
(Francesco Melis)
18 dicembre 2012