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Spariamo il nome subito, così da lasciare la scena ai “titolari”. Il debutto dei Blue Willa è prodotto da Carla Bozulich. Quale sia stata la sua l’influenza, sotto tutti i punti di vista, non è dato realmente sapere, anche se sin da “Eyes Attention” le assonanze con la sua musicalità sono evidenti. Il merito per la validità del disco però ci si sente di attribuirla del tutto a Serena Alessandra Altavilla (mai così duttile e versatile), Graziano Ridolfo, Lorenzo Maffucci e Mirko Maddaleno. Se vi ricordano i Baby Blue, è perchè sono proprio loro. Rinati, rinvigoriti e passati totalmente al lato oscuro delle note.
Le inflessioni noise/storte, che nei precedenti dischi aleggiavano soltanto, ora sono al centro di ogni discorso, utilizzate per sporcare di fango acido sfuriate out rock che ricordano la musica di Carla come quella dei nostri Father Murphy (come in “Birds”). Appassionanti i cambi di registro all’interno di uno stesso pezzo (“Fishes”, “Tambourine”). A fungere da contrappunto al corpo rabbioso e slabbrato di ogni input sonoro, poi, spiccano puntate hardcore come “Good Glue” o ballate alla metanfetamina mischiata a gomme da masticare rancide, come “Rabbits” e “Cruel Chain”. Sugli scudi Serena, mai così carismatica e sciamanica, anche nei duetti con Mirko.
Nonostante gli argomenti sonori non siano dei più originali, la carica è sempre potente ed ispirata e la noia non affiora mai. Ora è il caso di crescere ancora un po’ in personalità e il godimento sarà totale.
75/100
(Giampaolo Cristofaro)
11 febbraio 2013
2 Comments
damned
Serana?
Redazione
Serena… corretto 🙂