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“Open”, canzone d’apertura del primo album del duo Rhye è conosciuta soprattutto per essere la colonna sonora di uno spot di Victoria’s Secret. “Open” è un pezzo bellissimo e molto rappresentativo del suono creato da Robin Braun e Mike Milosh, ovvero Robin Hannibal e Milosh, i due produttori che si nascondono dietro il progetto Rhye: una proposta particolare, che si colloca al punto di incontro e di incrocio tra le tendenze soul-step contemporanee alla James Blake e Jamie Woon, e le posizioni più pop e meno electro legate al tardo revival anni ’80, da Twin Shadow per arrivare fino agli ultimi Destroyer di Dan Bejar. Base pianistica a dettare il ritmo, orchestrazioni, cantato squisitamente pop ma preso in una particolare dialettica tra R&B e lounge. In altre parole: qualitativo, piacevole, facile da ricordare.
Non è in effetti una novità che due producer già affermati individualmente riescano a trovare la formula giusta solamente in coppia: Milosh e Braun hanno infatti alle spalle numerosi album e progetti, i più significativi dei quali sono sicuramente quelli del secondo a nome Quadron e Boom Clap Bachelors. Ciò che però apporta alla produzione di Hannibal il lavoro di Milosh è senz’altro una qualità vocale alla Sade, esplicitata in liriche allusive ed elegantemente metaforiche. Al tempo stesso questa relazione, cresciuta proprio attorno ad un remix di un pezzo targato Quadron, riesce a non affogare nella rimarchevole ma certamente un po’ piatta ricerca di un How To Dress Well, pur mantenendo il ritmo sempre molto controllato, e comunicando al tempo stesso classe e facilità d’ascolto. E quando, nella seconda metà dell’album abbiamo un tentativo di accelerare i tempi i risultati continuano ad essere notevoli, come nell’ottima “3 Days”.
È stato spesso fatto il nome di Jessie Ware per cercare di descrivere l’ambiente nel quale si inserisce questo notevole album: in realtà il paragone è centrato solo in parte. Certo non per quanto riguarda l’aspetto squisitamente musicale, la bass-music ad uso e consumo delle classifiche non ha molto a che fare con l’intimismo minimalista di questo progetto. Non si può negare però che in entrambi i casi si sia di fronte a fenomeni rilevanti di un orientamento diffuso molto attuale, quello del nuovo R&B emergente dall’elettronica della metà del decennio passato. Un panorama che, in modo indubbiamente rappresentativo delle tendenze di questo inizio decennio, propone moltissimi album piacevoli, di indubbia qualità e presa, senza eccessivi cedimenti commerciali. Ma che sembra incontrare strutturali difficoltà a produrre musica “importante”, profondamente significativa, inadatta ad uno spot di Victoria’s Secret.
70/100
(Francesco Marchesi)
29 Marzo 2013