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C’è un po’ di aria italiana nei Dumbo Gets Mad, un duo a metà tra Los Angeles e l’Emilia Romagna. Il secondo album della band, “Quantum leap” (pubblicato due anni dopo “Elephants at the door”), viene pubblicato dall’etichetta romana Bad Panda ma è stato interamente registrato negli Stati Uniti. Quello che non è geograficamente localizzabile è l’impasto dei suoni che viene fuori dai brani di questo secondo album dei Dumbo Gets Mad. “Quantum leap” sì rivela come quanto di più fresco e variopinto si sia potuto ascoltare in questi primi mesi del 2013.
Un lungo viaggio che in modalità totalmente random ci porta sonorità che sembrano uscite da qualche Bollywood movie (come l’iniziale “Before kiddosh bath” ma anche “Indian food”), passando attraverso sfumature ricche di pop psichedelico (“Radical leap”), per arrivare ad impercettibili accenni tra il funk e l’r&b più moderno (“Tahiti hungry jungle” è il brano più esemplificativo). Il tutto condito da un lo-fi sempre presente, ma mai esagerato. Nessun suono, nessuno stile risulta netto e forse è questa la vera forza del nuovo lavoro dei Dumbo Gets Mad. Il senso di spaesamento è notevole ma allo stesso tempo piacevole. Proseguendo nell’ascolto non si può rimanere indifferenti nemmeno alle melodie pop alla Stereolab che emergono in “Bam bam” e in modo meno evidente in “American day”.
Complessivamente “Quantum leap” è un disco che forse in Italia non avrà la fortuna che si merita ma a cui si può augurare con convinzione di poter emergere ed essere notato negli USA e all’estero in generale.
76/100
(Francesco Melis)
2 aprile 2013