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Per ricordare Storm Thorgerson, artista e grafico inglese, ucciso dal cancro, si potrebbe parafrasare il titolo di una canzone/album dei suoi amici e collaboratori artistici, Pink Floyd: vorrei che fossi qui (“Wish you were here”). Gli amanti del disco, come oggetto da possedere e venerare, vorrebbero che Throgersorn fosse ancora qui, con qualche lacrimuccia nostalgica, pensano ai bei tempi andati. Stom Thorgerson è stato il loro amico immaginario dell’infanzia/adolescenza, invisibile all’occhio comune dei non appassionati, presente sugli scaffali, tra la polvere e gli LP.
La magia di un disco parte dalla copertina, prima di mettere il vinile sul piatto o il cd nello stereo, la fantasia comincia a volare, le cover di “The Dark side of moon”, “Wish you were here”, “Atom heart mother” hanno lasciato il segno nella memoria visiva di milioni di ascoltatori: la musica si è fatta finalmente astrazione immaginifica e iconografia eterea. Thorgerson nella creazione di questo immaginario edenico, surreale, ci ha messo di buon grado lo zampino, ha collaborato con numerosi gruppi musicali, oltre ai Floyd, tra le sue opere spiccano lavori per Led Zeppelin, Black Sabbath, Peter Gabriel, Catherine Wheel, Muse, Phish, Black Sabbath e tanti altri.
La parola ai Pink Floyd, amici di una vita:
“Siamo rattristati dalla notizia che il genio-grafico, amico e collaboratore di lunga data dei Pink Floyd, Storm Thorgerson sia morto” (“We are saddened by the news that long-time Pink Floyd graphic genius, friend and collaborator, Storm Thorgerson, has died”).
(Monica Mazzoli)
20 aprile 2013