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Chris Hansell, l’anima punk, ha lasciato il gruppo. Lo sostituisce Ben Greenberg. I Men ripartono da dove erano rimasti, riprendono e sviluppano gli accenni country presenti in “Open your heart”, disco del 2012. Lasciano da parte le istanze hardcore, le influenze noise, krautrock, post-punk dei primi lavori, “Immaculada” (2010) e “Leave Home” (2011). I Men razionalizzano la loro poliedricità, utilizzano due stili compositivi, ben definiti: toni bucolici da una lato e chitarre rock e effetti wah wah dall’altro. Il percorso creativo si fa lineare, l’alternanza fra generi non è più causale, dietro le canzoni si nasconde un disegno narrativo ben preciso.
L’album è concepito come se fosse un cortometraggio cinematografico, è diviso in due parti: primo e secondo tempo. L’ambientazione non è più quella urbana, art-punk di Brooklyn, la fa da padrona la campagna americana, le montagne di Catskill, sede della registrazione del disco, fanno da sfondo immaginario alla prima metà dei brani, alle ballate country di apertura (“Open the Door”, “High and Lonesome”) e alle cavalcate con l’armonica in spalla e il pedale wah wah sotto i piedi (“Without a face”, “Half angel half light”). I Men avrebbero potuto benissimo registrare un “Open your heart pt.2”, ci avrebbero guadagnato in termini di critica e di pubblico, non l’hanno fatto. Il richiamo delle radici e della tradizione americana li ha portati ad osare, a pubblicare un album fortemente influenzato dalla musica di Neil Young, David Crosby, Tom Petty. Tanto di cappello. La vena noise-rock non è scomparsa del tutto, è l’attrice non protagonista della seconda parte del film (“The Brass”, “Electric”, “Freaky”).
“The New Moon” fotografa un gruppo in piena evoluzione, consapevole dei propri mezzi, ma ancora ingenuo quanto concerne gli ambiti di produzione e registrazione.
67/100
(Monica Mazzoli)
9 aprile 2013