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Il Covo accoglie con grande entusiasmo uno degli artisti d’oltreoceano del momento: Mac DeMarco. Incensato dalla critica, il ragazzo di Duncan brilla perché è tutto fuorché un divo, è uno di noi che ce l’ha fatta, è l’amico che suona alle feste di Laurea. Se su disco passa per essere un nuovo Stephen Malkmus con la stessa attitudine slacker, DeMarco dal vivo è piuttosto un nuovo Paul Westerberg. Coadiuvato da una band incendiaria e di appassionati di musica tutta, reinventa le scaltre composizioni di “Rock n Roll Night Club” e “2” in qualcosa di strettamente imparentato con il Minneapolis sound ed il grezzo hardcore-punk dei primi Fugazi e Beastie Boys.
Sean Nicholas Savage, canadese come Mac, è il primo artista a salire sul palco del club bolognese. Sembra di vedere Macaulay Culkin travestito da dandy con la camicia aperta, non si può trattenere un sorriso. Etichetta Arbutus come i Doldrums, accompagnato solo da una tastiera, propone una serie di brani tra pop ed easy listening: si distingue (anche perché presentata con grande enfasi) “You changed me”, ballata che potrebbe uscire dal repertorio di Boy George come da quello di Neil Hannon. Ha il merito di aprire i festeggiamenti dei 23 anni del personaggio più atteso della serata.
Ben altra cosa il live dei Brothers in Law, che sfoderano una mezzora di grande energia e talento; scaletta ridotta di un paio di pezzi ma pubblico in adorazione. Volenti o nolenti, l’ital-indie da club oggi sono loro. “Ode to love” è spinta al limite nel finale; in “Go Ahead” è la linea di basso a risaltare e scuotere i presenti che ballano e urlano impazziti alla musica del trio. Un momento straordinario è “Childhood”, ballata spaziale anche più ricamata del solito, da veterani new wave del 2013. Grandi, appagati ed emozionati dall’entusiasmo generale fino a “(Shadow II) Follow me”, perfetta hit da Covo, non per niente risuonerà anche un paio d’ore dopo. “Holy weekend” chiude i giochi con un ritmo elevato e chitarre ardenti, così da preparare il terreno a Mac DeMarco.
Che dire del set del nostro? Uno dei live da classifica di fine anno. Musica per tante generazioni anche più indietro della mia. Rock stradaiolo e cazzeggio. Champagne offerto al pubblico, grasse risate, un incredibile stage diving di Mac come apice del delirio. Autentica ovazione per “Viceroy” e “My kind of woman”; “Freakin’ out the neighbourhood” fa venire una gran voglia di calde notti d’estate. L’esecuzione di “Baby’s wearin’ blue jeans” rimanda ai live fuori dai binari dei Replacements. Un medley strepitoso quanto assurdo che mette Paul McCartney a braccetto dei Rammstein, con uno standard jazz come “Take five” a fare da contraltare. Il finale strappalacrime di “Still together”. Clima più da festival outdoor che da club, foto ricordo e una sigaretta dopo l’altra. Musica specchio di edonismo e libertà. Tutto questo è Mac DeMarco.
Le scalette dei main act:
Brothers in Law
Lose control
Ode to love
Go ahead
Sharp leaves
A magic
Childhood
She’s gone too far
Shadow II (Leave me)
Holy weekend
Mac DeMarco
Cooking up something good
The stars keep on calling my name
Rock n roll night club
Ode to Viceroy
Annie
Freaking out the neighbourhood
Baby’s wearin’ blue jeans
My kind of woman
She’s really all i need
(Medley con Du Hast dei Rammstein, Take Five di Dave Brubeck, Schism dei Tool, Blackbird dei Beatles, Break Stuff dei Limp Bizkit e forse altro)
Still together
(Matteo Maioli)
foto di Christina Hicks
30 maggio 2013