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Maggio 2013, mese pazzo, mese strano quest’anno sotto tutti i punti di vista. Caratterizzato a livello musicale da grandi e attese uscite discografiche, segna il ritorno sulla scena anche dei Crystal Fighters, che a tre anni dal primo disco si ripresentano con la loro musica fatta di pace, allegria e orientamenti che guardano a ritmiche calde, mediterranee che si intrecciano al mondo della musica elettronica e dance.
L’atmosfera world-influenced di cui la band si fa portavoce si evince già dal processo di scrittura e recording del lavoro: l’album è stato scritto principalmente nei Paesi Baschi, patria di molti dei componenti del gruppo, per poi passare a processi di rifinitura a Londra ed essere registrato definitivamente a Los Angeles con l’aiuto del produttore Justin Meldal Johnson e il mixaggio di Manny Marroquin (in passato collaboratore di 2Pac, Pink, Alicia Keys, Rihanna).
Il tentativo lodevole del sestetto europeo è parlare del mondo, dell’uomo, del rapporto anima umana-mondo attraverso musica che prende spunto da varie angolature del nostro pianeta. Un prosieguo nella via tracciata dal loro precedente “Star of Love” anche se in certi momenti il nuovo lavoro sembra perdere quello spirito di originalità che il suo predecessore incarnava in numerosi suoi passaggi.
La formula è consolidata e viene espressa in tutte le sue potenzialità nei primi tre pezzi dell’album. “Wave” è l’onda che colpisce l’ascoltatore e lo invita a salire sul treno giocoso dello spirito guida della band, “LA Calling” è l’Africa che si riunisce con il mondo occidentale e sicuramente uno degli episodi meglio riusciti dell’intero lavoro. Le chitarre “easy listening” s’intrecciano con cori da stadio e un ritornello veramente catchy, nelll’apoteosi dell’incontro tra culture che la musica dei Crystal Fighters si propone di rappresentare. “You & I” è invece un pezzo dalle forti tinte folk che si avvale dell’utilizzo di ukelele e Charango boliviano (uno strumento a corda sudamericano) che porta il viaggio verso spiaggie esotiche e mari trasperenti, ideale seguito di “Plage” canzone presente in “Star of Love”.
In determinati momenti l’album ripete in maniera meno fortunata i passaggi presenti nelle prime tre tracce, vedi tentativi un po’ meno riusciti di continuare sulla falsariga dei lavori precedenti (“Seperator”, “Love Natural”) e altri che cercano di catturare l’ascolto del grande pubblico in maniera meno genuina di come i Crystal Fighters sono abituati a fare (“Are We One”), in altri invece sembra che il processo creativo del gruppo mantenga quelle caratteristiche per cui non è passato inosservato dal momento della sua prima pubblicazione.
Simbolo dell’abilità del sestetto anglo-basco (che fa ben sperare per le prossime uscite) è “These Nights” una ballata folk-pop che esplode in un meraviglioso finale drum and bass e che rappresenta le due facce della notte: quella solitaria e oscura che si unisce con la notte da vivere, da sfruttare per ballare e divertirsi. Sicuramente la migliore canzone delle dieci.
Per dirla tutta “Cave Rave” non cambierà la storia della musica ma rimane un discreto prodotto che si sposa perfettamente con le atmosfere calde e rilassanti della stagione estiva che sta per iniziare.
Macchina, finestrini abbassati e questo disco in sottofondo. Non potrete non sorridere, l’estate sta arrivando.
66/100
(Jacopo Boni)
5 giugno 2013