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Mikal Cronin è un giovane artista – ventisette anni appena – figlio della San Francisco degli anni duemila, la città (post) psichedelica e garage di Ty Segall, Thee Oh Sees, Sic Alps. Ty Segall è il gemello separato alla nascita di Mikal Cronin: dove c’è Ty Segall, c’è anche Mikal Cronin. I due musicisti vanno a braccetto insieme, uniti dal filo rosso del destino, invisibile e imperscrutabile. “Reverse Shark Attack” (2009), album collaborazione fra i due, è l’inizio di una grande storia artistico – musicale, all’insegna di chitarre fuzz, con il sole californiano negli occhi. Lo scambio artistico fra Ty Segall e Mikal Cronin è un continuo “dare e ricevere”, della serie “io suono nel tuo album e tu suoni nel mio”, guai a cadere nell’equivoco, sciocco e stupido, della mancanza di personalità ed originalità, sia Cronin che Segall sono due vulcani di idee in eruzione, una ne pensano e cento ne fanno. Il primo album di Cronin , l’omonimo “Mikal Cronin” (Trouble in mind Records, 2011), nasce per caso, come forma di musicoterapia dopo aver terminato il college. All’epoca Cronin è un semplice appassionato di musica surf/ garage/rock’n’roll, fa il bassista nei Moonhearts, frequenta il California Institute of Arts, si diverte a suonare il sassofono elettrico in un orchestra death metal e dà vita a un band hardcore punk, non è minimamente interessato a focalizzarsi sullo studio di un strumento. Gli amici, all’oscuro delle capacità da cantante/songwriter di Cronin, lo considerano un simpatico tuttofare, solito urlare nelle band punk del liceo.
“MCII”, secondo album da solista di Cronin, è la chiave di svolta, rappresenta un’inversione di marcia, un tentativo di muoversi sui passi dei giganti e di farlo con le proprie forze. I vecchi amici non ti lasciano mai soli, Ty Segall partecipa in due brani, “I’m done running from you” e “Am I wrong”. Da artista ombra di Ty Segall Mikal Cronin diventa un amabile scrittore di canzoni pop – orecchiabili e mai banali – capace di cogliere nel segno ed attrarre l’attenzione di una grossa casa discografica come la Columbia Records. Cronin abbandona momentaneamente o per sempre, chissà, la vena garage-psichedelica degli esordi, mostra un lato inedito del suo fare musica, pop e confidenziale. Il processo creativo-compositivo è il pretesto per buttare prima su carta e poi in musica i conflitti interiori di un “non più adolescente” e di un “non ancora adulto”, eterno peter pan, che non vuole crescere (“Weight”).
Cronin scrive di sé stesso, ma è come se scrivesse dell’adolescente che è ognuno di noi. Un buon disco pop è capace di arrivare/parlare a più persone possibili, “MCII” ci riesce in pieno, con stile e raffinatezza, conferita dall’aggiunta inusuale di parti di violino e viola (“Peace of Mind”, “Turn Away” , “Weight”).
75/100
(Monica Mazzoli)
6 giugno 2013