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L’inizio del 2014 musicale ci porta in dote il secondo lavoro dei pesaresi Be Forest, pronti a stupire non solo nel territorio italiano ma anche in ambito nazionale, come e forse anche in misura maggiore rispetto al disco d’esordio. E’ evidente infatti come questo “Earthbeat” porti alla luce tutti i progressi compiuti dalla band dai tempi del primo lavoro, “Cold”.
Il trio è ora diventato un quartetto (con l’aggiunta di Lorenzo Badioli ai synth) e presenta un suono molto più complesso e in un certo senso meno istintivo, ma non per questo meno affascinante. I territori sono sempre quelli della new wave, ma stavolta il gioco delle citazioni è nettamente più sfumato e questo fa risaltare ancora di più la personalità della band. Le atmosfere sono per tutta la durata del disco quasi sempre eteree e sognanti, con la voce di Costanza Delle Rose a tessere intriganti melodie vocali. Sotto le chitarre mai invadenti fanno da contrappunto, con una sezioni ritmica che riesce ad essere efficace pur rimanendo sullo sfondo. “Earthbeat” si apre con la minimale “Totem”, una intro strumentale che viene ridotta all’essenziale, per lasciare ai minuti successivi l’insieme di suoni che invece percorreranno tutto il disco. Da “Captured heart” a “Colours”, non a caso i due brani scelti per anticipare l’album, troviamo tutto il cuore di questa maturità artistica del gruppo pesarese.
C’è da scommettere che questi progressi verranno notati anche all’estero dove già “Cold” riscosse i suoi meritati consensi.
79/100
(Francesco Melis)
28 gennaio 2014