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San Valentino, web che impazza con playlist a tema, Sanremo alle porte, non ci interessa. Poiché al Covo c’è la festa che già ci fa innamorare ogni due settimane, Cool Britannia, con ospiti i Breton supportati dai Did. L’entusiasmo dei presenti ha fatto ancor più dei gruppi in questione che nei tempi ristretti a loro disposizione hanno dovuto concentrare il repertorio; nello specifico i Did cominciando il loro set poco dopo le 22 e i Breton tagliando 4-5 brani dal consueto set che stanno portando in giro per l’Europa a promozione di “War Room Stories”.
I Did li potrei definire in certi loro momenti una risposta torinese agli M+A, seppure meno sintetici e più chitarrosi e con maggiori derive ritmiche ed uso di vocoder, ma similmente pronti come il duo forlivese ad un riscontro importante fuori dai confini nazionali (con le date questo mese in Francia e Svizzera). Colto di sorpresa dall’orario, dopo mezz’ora circa di cammino sono riuscito a gustarmi appena tre pezzi tra i quali le splendide “You Read Me” e “Second Chance”, rallentata dal vivo per decantarne il notevole appeal melodico, che aprono l’ultimo lavoro “Bad Boys” uscito nel 2013. Protagonisti della scorsa Passatelli night al Bronson con His Clancyness, vorrei sottolinearne anche l’ottima presenza sul palco ed una capacità compositiva superiore alla media su cui è giusto nutrire grandi speranze.
I Breton arrivano in un Covo gremito nella sua sala concerti. I cappucci con cui spesso si presentano stavolta non ci sono, i “self-made” video alle spalle sì. Le recensioni della stampa internazionale dell’ultimo album sono state discrete, il classico sette da liceo, e premetto che mi trovano d’accordo; per ampliare il discorso, la mia tesi è quella che lo studio è ancora la migliore dimensione di questo gruppo, visto il sound articolato e debitore tanto dei Grizzly Bear quanto degli Alt-J. Ricordate la mia recensione in terra straniera dei Foals della scorsa estate? L’impressione di questa notte valentiniana non ci va molto lontano e mi lascia un senso di “si può dare di più”. Le energie migliori sono profuse nei singoli recenti “Got Well Soon” ed “Envy” (che nel suo hook ricorda quella “My Number” proprio dei Foals, o almeno ne riprende l’idea) ma anche nel finale davvero coinvolgente di “15 Minutes”, composizione ricca di cambi di direzione senza rinunciare all’immediatezza della musica. I nostri la suonano con grinta e passione e si candida a mio avviso al primo posto nel repertorio dei cinque ragazzi londinesi, prodighi di parole e ringraziamenti per tutti.
Altre canzoni sembrano invece tirate via, “Pacemaker” e “Governing Correctly” in particolar modo; le cose vanno meglio quando il beat aumenta – in “National Grid” e “Foam”, brano di inizio anni dieci. Un pensiero finale per “Legs And Arms”, che dal vivo ti fa pensare a come suonerebbero oggi gruppi ottanta come i Frankie Goes To Hollywood; ne segue però “Envy” e si torna in un attimo al presente fatto di indie da dancefloor, file ai bar e auguri di Buon San Valentino.
Breton – 15 Minutes (Live@Covo Club, 14/02/2014 by Lovvo D’Indie on Mixcloud
La scaletta dei Breton al Covo Club:
Got Well Soon
Pacemaker
Edward The Confessor
302 Watch Towers
Legs and Arms
Envy
Governing Correctly
Search Party
National Grid
Jostle
Foam
15 Minutes
(Matteo Maioli)
28 febbraio 2014