Share This Article
Il Tender Club, bella realtà dei live fiorentini, nel giro di un anno di vita è riuscito a togliersi qualche grande piccola soddisfazione. La sera del 7 marzo ha ospitato il miglior gruppo di rock’n’roll in Italia e forse nel mondo, ma non allarghiamoci troppo ché sennò arriva subito qualcuno pronto a dire che i Giuda non sono niente di nuovo. E verrebbe da rispondere: “Trovami qualcosa di originale – parola insignificante – nell’underground italiano”. I Giuda se ne fregano, vanno per la loro cattiva strada, quella, appunto, del rock’n’roll. Hanno un’ attitudine punk: zero paranoie mentali e tanta voglia di suonare. Però il suono, proposto dai Giuda, ad essere pignoli, non è propriamente punk- se si esclude l’intro di “Racey roller”, citazione (voluta o involontaria) di ESP dei Buzzcocks- è piuttosto venato da chitarre taglienti e ruggenti di certo glam, con tanto di handclaps che fanno molto Sweet. La sezione ritmica non sbaglia un colpo, l’adrenalina la senti salire e non cala mai per tutta la (breve) durata del concerto, un’ora circa. Il protagonista indiscusso, il fuoriclasse di una notte da leoni, è Tenda, il cantante – una forza della natura – catturato nel vortice ipnotico e conturbante dell’ estasi della grande truffa del rock’n’roll. I Giuda, in questo senso, illudono il pubblico alla grande, lo fanno divertire, pogare, sudare e non mancano nemmeno i cori. Non c’è che dire, un colpo da maestri, come non capitava da tanto tempo.
Ascoltate pure il cd – meglio il vinile – di “Racey roller” e “Let’s do it again”, ma se volete ca(r)pire l’essenza primordiale di brani come Get it over, Wild tiger woman, Teenage rebel, Get that goal, Number 10 e tanti altri, muovete il culo dalla sedia e comprate il biglietto per il concerto dei Giuda più vicino a voi.
(Monica Mazzoli)
12 marzo 2014