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I Junkfood si riaffacciano con un nuovo lavoro ed è un ritorno in bello stile. “The cold summer of the dead” è un disco studiato nei minimi dettagli ed in ogni suo aspetto. I generi esplorati dal quartetto italiano si allargano maggiormente rispetto al precedente “Transience”, con il quale questo secondo capitolo condivide il punto di partenza ma poi prende delle strade diverse per quanto riguarda le atmosfere ed alcune soluzioni sonore.
I toni si fanno in generale più scuri ed il sound più massiccio. Questo si nota sin dal titolo, che è la traduzione del verso di una poesia di Pascoli. I territori su cui la musica dei Junkfood continua a muoversi sono principalmente quelli del jazz nella sua accezione più moderna e meno tradizionale e del post rock, uniti a sfumature ambient ed accenni di elettronica. “The cold summer of the dead” si fa apprezzare anche per il prezioso lavoro svolto in fase di produzione: registrato in presa diretta da Tommaso Colliva, lascia trasparire questa sensazione di immediatezza espressiva per tutta la sua durata.
Proprio il fatto di essere stato inciso “live” è probabilmente la caratteristica più importante del secondo lavoro dei Junkfood: pur non mettendo in secondo piano le doti tecniche della band quello che stupisce è la compattezza complessiva. “The cold summer of the dead” è un viaggio sonoro che rende al meglio se ascoltato tutto d’un fiato.
75/100
(Francesco Melis)
24 marzo 2014
La copertina del disco è di Paolo Masiero di Housatonic Design Network che ha elaborato gli scatti dell’artista ungherese Kinga Megyesi