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Un nuovo duo psych-rock, Beck Wood e John Ridgard, i Coves. Britannico, ci tengo a sottolinearlo, perché contemporaneamente una band omonima suona hardcore ad Adelaide. Esistono dal 2011 ma esordiscono solo quest’anno sulla lunga distanza, con buoni propositi ed un sound probabilmente più raffinato nella sua sonicità e che ha attirato l’attenzione di Guardian ed NME. Ciò che manca a “Soft Friday” è solo una buona dose di coraggio (distinguersi dai vari Cults e The Kills, al di là del numero dei componenti) unita ad un maggior equilibrio in sede di scaletta, speriamo rimandati alla prossima.
Difficile restare indifferenti ad un capolavoro melodico come “Beatings”, killer refrain ed un finale che esplode tra synth sbilenco e linea di basso dirompente; stesso vale per “Cast A Shadow”, forse ancora più immediata, un up-tempo gradevolissimo con tanti rimandi a Primal Scream e Kula Shaker. “Fall Out Of Love” chiude la serie delle potenziali hit, riff di chitarra tarantiniano ed una prestazione vocale sontuosa da parte della Wood; “Last Desire” potrebbe essere una canzone dei Death In Vegas quanto dei Jagwar Ma. “No Ladder” si distacca un po’ dall’umore generale con un arrangiamento più acustico e beckiano; pure la ballad “Honeybee” porta un pizzico di America al risultato finale, la New York di fine anni ’60 che incontra le poesie dreamy di Hope Sandoval.
Il vero peccato originale dell’album è nel finale, quasi come se dopo “Cast A Shadow” non ci fosse rimasto molto da dire. “Fool For You” soffre di una certa piattezza, nonostante la Wood e Ridgard cantino all’unisono; anche “Bad Kick To The Heart” è ugualmente sommessa: sarebbe stato bene distribuirle in maniera diversa in questi trentotto minuti. Ci si riscatta con una rullata poderosa sui versi “I Need You To Wake Up”. Ora bisogna iniziare a camminare.
66/100
(Matteo Maioli)
8 maggio 2014