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Le Lilies on Mars, attive ormai da diversi anni, nell’ultimo periodo hanno iniziato un percorso che le ha portate a una notevole crescita sia artistica che di popolarità. Il nuovo disco, “Dot to dot”, dopo essere uscito in Italia è stato pubblicato per l’estero dall’etichetta americana Saint Marie Records. Di recente il duo formato da Marina Cristofalo e Lisa Masia è stato protagonista di un corposo tour in giro per Europa e Stati Uniti. Abbiamo rivolto alla band alcune domande.
Qual è la storia delle Lilies on Mars? Come nascono e come sono arrivate a “Dot to dot”?
Iniziamo dal primo passo importante, che da adolescenti ci ha portate ad andar via dalla nostra Sardegna per incominciare un’avventura dedicata alla musica e alle nostre passioni in Inghilterra, dove abbiamo vissuto per quasi 15 anni. Musicalmente Londra è stata la nostra formazione, dove abbiamo avuto modo di confrontarci ed imparare a fare della musica non solo un mezzo di comunicazione ma anche di ricerca, personale ed intimo. Grazie anche agli stimoli che una città come Londra offre nel bene e nel male. “Dot To Dot” rappresenta il primo passo importante dove siamo riuscite a cogliere ed esprimere i suoni che stavamo cercando e che ci rappresentavano in un momento specifico della nostra carriera. Abbiamo avuto la fortuna di conoscere e collaborare con musicisti, artisti che ci hanno ispirate, fondamentali per la nostra crescita, da Battiato a Fennesz, Cinneplex, Mark Van Hoen from Locust e come ultimi i Fanfarlo.
Com’è stato il lungo tour con i Fanfarlo, prima in Europa e poi negli USA?
Il tour è un’esperienza essenziale ed avere avuto questa opportunità è stato meraviglioso e molto intenso. Come crescita e ancora come confronto, con un pubblico sempre molto diverso, tra le 50 città circa che abbiamo visitato. Al pubblico non puoi mentire, sul palco ti ritorna tutto indietro moltiplicato per tutte le persone che hai di fronte. Abbiamo avuto modo di esibirci davanti ad un’audience molto ricettiva che ci ha accolte con molto calore e supporto. Si imparano sempre nuove cose, ogni singola volta che si sale sul palco.
Quale momento ricordate in particolare di questa esperienza?
I momenti sono davvero tantissimi, ma credo che la prima cosa che ci viene in mente è stata l’essere state colpite da un meteorite in viaggio tra Montreal e Boston! Non capita proprio tutti giorni, soprattutto avere poi anche la possibilità di raccontarlo!
Come vi trovate con la vostra etichetta straniera che a inizio anno ha pubblicato per l’estero “Dot to dot”?
Saint Marie Records è una label indipendente in Texas, ci hanno viste suonare nel 2012 al SXSW a Austin e da lì è nato tutto. Sono delle persone molto passionali in quello che fanno, nonostante la dura realtà del business nell’industria musicale, che di passione ne vede ben poca. Stiamo crescendo insieme, è un percorso faticoso ed ambizioso e abbiamo entrambi molta voglia di condividere questo momento e stiamo trovando i nostri spazi e riconoscimenti in questa giungla dove la genuinità non ripaga spesso. Insomma si lavora duramente e farlo insieme è una fortuna.
Avete già iniziato a lavorare a materiale nuovo? Quali sono i progetti per il futuro?
Sì certo. Abbiamo scritto nuovi brani, ritornare da un tour di tre mesi è molto stimolante dunque appena siamo rientrate ci siamo messe a scrivere. Adesso cerchiamo di capire quali suoni vogliamo sviluppare, quale direzione seguire, abbiamo tutto dentro e ora abbiamo bisogno di tirare fuori molte emozioni, è sempre emozionante lasciarsi andare e vedere che succede. Per il prossimo futuro ci sarà un nuovo album sul quale appunto stiamo già lavorando e sicuramente altri concerti.
Tre nomi di artisti o gruppi con cui vi piacerebbe collaborare o andare in tour?
E’ difficile rispondere perché alcune delle band con cui vorremo collaborare o andare in tour, non esistono più. Parlo di Broadcast o Stereolab, Pram. Però ci sono musicisti che ci ispirano e ci piacciono come Beach House, Blonde Redhead, Animal Collective, Ariel Pink, Melody’s Echo Chamber che non ci dispiacerebbe incrociare nella nostra vita sul palco o in studio.
(Francesco Melis)
18 giugno 2014