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“Romagna mia capitale, geografia vaginale”, recita “Corpo non menti” uno sfogo da “Emilia Paranoica” di Romagna, trent’anni dopo. Spiazza non poco il ruvido e incalzante brano di lancio del nuovo LP dei Santo Barbaro, “Geografia di un corpo”, in uscita per diNotte Records.
Gli echi post-punk d’annata segnano un’imprevedibile svolta rispetto al sound folk-sperimentale, cupo e cervellotico che aveva segnato il percorso del progetto nato a Forlì dalle menti di Pier Alberto Valli e Franco Naddei.
Per il quarto LP, i due sono stati affiancati in studio da un team di allstar della scena alternativa romagnola che nell’ultimo decennio si è affermata come una delle più eterogenee tra le scene “periferiche” italiane. Si pensi alle gemme western-noir dei Sacri Cuori, all’hardcore screamo di La Quiete-Raein e accoliti, all’elettronica pop degli M+A passando per quella più sperimentale dei Sybiann, giusto per fare qualche nome di cui abbiamo parlato di recente su Kalporz.
Hanno contribuito LP tra gli altri proprio Diego Sapignoli (Sacri Cuori, batteria e percussioni), Michele Camorani (Raein, La Quiete, Havah, batteria), insieme a Matteo Rosetti (Le Croste, batteria), Roberto Villa (Giacomo Toni, basso), Francesco Tappi (Opez, basso), Michele Bertoni (Aidoru, chitarra elettrica) e Lucia Centolani (Talismanstone, percussioni).
Il disco è stato presentato come “un lavoro istantaneo, pulsante, mistico. Ingravidato di nervosa elettricità e ritmi urbani, new-wave e post-punk, ma anche capace di squarci cosmici post-rock e ballate ieratiche di un distopico folk (post)apocalittico”.
Molto più semplicemente, suona come il lavoro più immediato e viscerale di questo nome di culto che, ne siamo piuttosto convinti, con “Geografia di un corpo” allargherà i confini geografici del proprio seguito.
L’album verrà presentato venerdì 14 novembre alla Vecchia Stazione di Forlì (info) ed è ascoltabile sul soundcloud dei Santo Barbaro.