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The Coathangers non sono un nome nuovo nel panorama musicale internazionale, ma solo ultimamente sono riuscite ad avere maggiore visibilità anche in europa grazie all’ultimo disco “Suck my Shirt”, il quarto della loro discografia. La reazione della critica è stata positiva ed unanime, descrivendo il nuovo lavoro come il più maturo delle tre ragazze di Atlanta. Un giusto riconoscimento per una band che è passata di recente a una formazione a tre senza tastiere (come invece in passato) e con batteria/basso/chitarra. Un gruppo quasi nato per caso, ma che ha saputo ritagliarsi il proprio piccolo spazio negli anni. Ora le tre musiciste sono impegnate nel tour europeo che farà tappa anche in Italia per ben cinque date date ai primi di dicembre. Una buona occasione per rivolgere qualche domanda al gruppo. Ha risposto la chitarrista Julia.
03/12 Vogogna – La Loggia del Leopardo
04/12 Roma – Sinister Noise
05/12 Brescia – Lio Bar
06/12 Milano – La Sacrestia
07/12 Ravenna – Bronson
Parliamo del vostro nuovo disco: sembra piuttosto diverso rispetto ai precedenti. In che cosa si differenzia secondo voi?
“La differenza più ovvia è data dall’assenza delle tastiere (dato che chi le suonava ha lasciato il gruppo, anche se modo amichevole) però in generale abbiamo rafforzato il nostro sound. Anche se siamo solo in tre ora abbiamo dei suoni più rock e più “pieni”. Questo disco rappresenta il momento delle nostre vite quando lo abbiamo registrato”.
Sembra che Atlanta sia la città ideale per una punk-garage band con una scena viva. Pensate ci sia una ragione specifica? Vi sentite parte di una scena?
“Atlanta è una grande città, ma per certi versi ancora un piccolo centro quindi le band e chiunque suoni si aiutano tra di loro nei concerti etc. Quindi sì chiunque suoni ad Atlanta è parte di una scena….siamo un’unica grande famiglia”.
Come descriveresti la vostra musica in tre parole?
“Aggressiva, sincera, potente”.
Ho spesso notato parecchie influenze nella vostra musica. Pensi che usare solo la categoria “garage punk” sia troppo restrittivo?
“Alcune volte sì, perché non scriviamo canzoni pensando a generi predefiniti ma semplicemente mettiamo in musica quello che ci viene sul momento”.
Che vi aspettate dal vostro prossimo tour italiano?
“Ci aspettiamo sempre il meglio, perché amiamo quello che facciamo. Speriamo che il pubblico italiano si diverta quanto ci divertiamo noi”.
C’è qualche artista o gruppo con cui vi piacerebbe collaborare?
“Certo: Iggy Pop, Britney Spears, tua madre”.
Francesco Melis
28 novembre 2014