Share This Article
I Merchandise, quartetto proveniente dalla Florida, avevano già avuto modo di farsi notare con l’ep “Total Nite” ed il precedente disco. Nulla di trascendentale, dei buoni pezzi in chiave post punk: a dire il vero pareva di più l’hype che le testate musicali statunitensi avevano costruito intorno alla band rispetto a quelli che erano i reali ed effettivi meriti.
“After the End”, pubblicato ad inizio autunno per la 4AD, pare avere tutte le carte in regola per una decisa inversione di tendenza. Il disco giusto con cui i Merchandise possono ridisegnare il proprio ambito musicale focalizzandosi su sonorità più definite e azzeccate. La band lascia le atmosfere sulfuree e ricche di chitarre delle prime produzioni per lanciarsi in una new wave dai toni pop di chiara derivazione anni ’80.
Il risultato è sicuramente efficace, pur non lasciando molto al campo dell’originalità. Tra l’altro questo deciso cambio di rotta non può lasciare sorpreso il pubblico più attento, dato che mesi fa il cantante della band, Carson Cox, aveva lasciato intendere in modo esplicito la volontà di ripartire praticamente da zero pur mantenendo lo stesso nome del gruppo. “After the End” è un lavoro che mette in mostra un’ottima scrittura e brani che entrano subito in testa come i singoli “Little Killer” e “Telephone”. Ma siamo di fronte a un disco che regala altri momenti di assoluto livello, come “Enemy” o l’affascinante “Looking Glass Waltz”.
La seconda vita artistica dei Merchandise parte (o riparte, a seconda dei punti di vista) in modo molto più convinto e convincente rispetto al passato.
73/100
Francesco Melis
10 novembre 2014