Share This Article
Emozioni più uniche che rare in una tiepida notte bolognese di fine Novembre. Al Covo Club ci sono gli Stiff Little Fingers. E non solo loro. C’è la fila all’ingresso dalle dieci meno un quarto, che ci fa perdere in pratica tutto l’opening dei savonesi Klasse Kriminale, che con gli Statuto condividono impegno politico e classe anagrafica. Ci sono pure il bisonte over 40 a petto nudo reduce da un pogo selvaggio ed il ritorno tra le fila della band nordirlandese del bassista e membro fondatore Ali McMordie, uno che con trenta chili in più e trenta anni in meno sul groppone lo vedresti bene a duellare con l’Hulk Hogan dei tempi belli, per come si dimena ed aizza le folle.
Un concerto certo per revivalisti, ma fatto di canzoni trascinanti, dalla scrittura indiscutibilmente efficace. Ognuna introdotta da un aneddoto o una storia raccontata da un Jake Burns in ottima forma, una chitarra scintillante e mai doma seppure i volumi nelle prime battute sono più da festival outdoor che da piccolo club. L’altro chitarrista Henry Cluney canta con un timbro indie-rock americano un pezzo dall’ultimo album “No Going Back”, “Throw It All Away”; Brian Faloon pesta sui tamburi a più non posso ritagliandosi anche momenti da protagonista come nel reggae-shuffle della riuscita cover di “Doesn’t Make It Alright”, originale a firma The Specials.
Tutti i classici da “Wasted Life” (il demo con cui li aveva scoperti e poi raccomandati alla Rough Trade Mr. John Peel) a “Gotta Gettaway”, passano in rassegna: un’ora abbondante di furia punk, addolcita dalla veneranda età degli attori sul palco. Vorrei dire sempre attuale, o meglio che abbiamo in qualche modo vissuto, se gruppi come Rancid e Green Day ci hanno costruito sopra un’intera carriera. Non a caso mi pare di scorgere il commesso nerd di “High Fidelity” Dick tra la folla, uno che nel film consigliava proprio l’ascolto degli Stiff Little Fingers alla ragazza dei suoi sogni, una fan di Billy Joe Armstrong e soci. La dedica all’amico Strummer ed una versione elettrizzante di “Suspect Device” conducono all’apoteosi di “Alternative Ulster”, l’inno di rivolta ai drammatici Troubles di fine anni Settanta. Non saremo sudati come i puristi della prima ora, tuttavia ce ne usciamo divertiti e consapevoli di aver assistito ad un pezzetto di storia della musica (quella fatta di tre accordi tre).
Stiff Little Fingers – Alternative Ulster@Covo Club, November 22, 2014 by Matteo Maioli on Mixcloud
La scaletta degli Stiff Little Fingers al Covo:
Wasted Life
Just Fade Away
When We Were Young
Nobody’s Hero
Silver Lining
My Dark Places
Doesn’t Make It Alright (cover dei The Specials)
Throw It All Away
Roots, Radicals, Rockers & Reggae
Full Steam Backwards
Barbed Wire Love
Strummerville
Tin Soldiers
Suspect Device
Gotta Gettaway
Alternative Ulster
(Matteo Maioli)