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Per chi, come il sottoscritto, non ha mai seguito troppo gli Weezer, catalogandoli come un gruppo da singoli divertenti e gradevoli all’ascolto, la caduta nell’oblio della mediocrità degli ultimi due dischi non ha creato un grande shock; con “Everything Will Be Alright In The End” invece lo shock mi è stato causato dalla virata magistrale che il gruppo di Rivers Cuomo è riuscito a dare alla sua ventennale carriera. A quanto pare, anche dopo venti anni e un (temporaneo, a quanto pare) calo di ispirazione, si può continuare a sfornare dei buoni dischi.
Facile, quindi, far uscire come singolo d’uscita la dichiarazione di scuse in versi “Back To The Shack”, il cui testo recita (tradotto per i più pigri): “Scusate ragazzi non avevo capito di aver così bisogno di voi, pensavo di avere un nuovo pubblico, ho dimenticato che la disco facesse schifo, ho finito per trovarmi da solo e ho iniziato a sentirmi stupido”. Ma di fronte a pezzi come questo, la potente “Eulogy For A Rock Band”, la travolgente “Cleopatra” o la coloratissima power-pop “Da Vinci” non si può fare altro che toglierci il cappello, per un vero ritorno agli anni Novanta, come annunciato nella già citata “Back To The Shack”.
Per rimarcare la propria appartenenza stilistica, non mancano i classiconi power-pop/punk alla Weezer: “Go Away”, “Lonely Girl” e la traccia d’apertura “Ain’t got Nobody”; ma a parte per qualche struttura molto caratteristica, è anche inutile dividere per generi e categorie questo disco, che si sfaccetta in mille e più articolazioni e influenze, guidato dalla ritrovata ispirazione artistico compositiva di Rivers Cuomo.
Il resto viene da sé: “Everything Will Be Alright In The End” è una gran sorpresa di questo secondo 2014, un concentrato di buon rock alla Weezer, e un buon modo di rimettersi in gioco a più di quaranta anni suonati.
75/100
(Matteo Mannocci)