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Per tutti c’è una prima volta. Alice nel Paese delle Meraviglie, La Juventus in Serie B, ora Sharon Van Etten in Italia. La sua tre giorni comincia dal Locomotiv di Bologna, club ideale, al di là delle evidenti pecche strutturali, per una cantautrice intimista ma decisamente estroversa, così bisognosa del calore della gente: tanto che si fa seguire, scopriamo al merchandising, addirittura dalla verde Irlanda.
Marisa Anderson ha il compito di aprire la serata, e lo fa tessendo una mezzora di blues e folk elettrico, con chitarra o slide a seconda della velocità di esecuzione dei brani proposti. I temi proposti risultano vibranti e carichi di effetti, spesso come a raccontare mondi lontani. L’unica sua pecca è di suonare tutto il tempo seduta, così che vederla da metà sala in giù diventa missione improba. Collabora a “Afraid Of Nothing” nell’ultimo della Van Etten, così che ci viene da morire dal ridere quando la nostra si dimentica il nome di battesimo buttando lì un fucking, in occasione dei ringraziamenti finali.
Il Locomotiv si accende però all’arrivo di Sharon Van Etten, meravigliosa nella sua tenuta black sfoggiata anche recentemente al Letterman Show ed il caschetto infinito quasi a coprire gli occhi. Notiamo sin dalle prime battute i sorrisi di gratitudine e la chiacchiera vispa di una ragazza classe ’81 dai due volti – magnetico da un lato, da ragazza della porta accanto dall’altro. Una Winona Ryder della scena indipendente americana, di certo meno avvenente, ma da K.O. immediato. La prima parte è dedicata alle nuove canzoni, tra le quali spicca “Taking My Chances”: due gli elementi chiave, l’organetto dal sound traboccante di negritudine ed il crescendo irresistibile del chorus. “Save Yourself” torna invece indietro ai tempi di “Epic”. Trattasi di una ballata folk suadente, sulla scia del Neil Young anni duemila, dove la voce di Sharon Van Etten e quella di Heather Woods Broderick si spalleggiano intonando “Don’t you think I know you’re only trying to save yourself / Just like everyone else”.
Poi spazio ad un brano inedito, “in uscita su sette pollici l’anno prossimo e rimasto fuori dall’album perchè…era troppo allegra”. I toni sono consolatori sin dal titolo, “I Don’t Want To Let You Down”. “Give Out” da “Tramp” è più scarna nell’arrangiamento, eppure tanto bella da suonare tradizionale, quasi enyano nella linea melodica; si inaugura così un trittico di esecuzioni da paura, che valeva la pena testimoniare in una qualità audio discreta. “Life Of His Own”, arpeggiata alla chitarra acustica, trova lo zenith dell’intesa tra Sharon ed Heather riportando alla mente le regine del genere, da Emmylou Harris a Lucinda Williams. Per finire in bellezza, o con le pagine di storia per meglio dire, una versione di “Perfect Day” di Lou Reed che sta per pathos a quella di “Hallelujah” di Jeff Buckley, una Fender Mustang al posto di una Telecaster. E sono brividi, infiniti.
Sharon Van Etten – Give Out / Life Of His Own / Perfect Day by Matteo Maioli on Mixcloud
Da questo momento in avanti è un susseguirsi di emozioni e rara bellezza. “Your Love Is Killing Me”, una delle canzoni più belle del 2014. “Love More”, degna di essere ripresa dai Bon Iver e che Chris Martin e Fran Healey dei Travis si sognano ogni notte di scrivere. “Serpents”, il lato PJ Harvey nascosto in ogni donna del rock che si rispetti. Ruvidezza (ed esagerando, strizzatina d’occhio allo shoegaze) che vogliamo ancora protagonista, nelle future produzioni di Sharon. E a chiudere il capolavoro di un live capolavoro, “Every Time The Sun Comes Up”. Emblematiche e magiche le parole, “People say I’m a one-hit wonder But what happens when I have two? / I washed your dishes, but I shitted in your bathroom”.
Una stella luccicante, nascosta da un cielo pieno di pioggia: a presto, Sharon Van Etten da Brooklyn, New York, nata come me (manco l’avesse fatto apposta) sotto il segno dei pesci.
Le canzoni eseguite da Sharon Van Etten al Locomotiv Club:
Afraid Of Nothing
Taking Chances
Tarifa
Save Yourself
I Don’t Want To Let You Down
Break Me
Tell Me
Give Out
Life Of His Own
Perfect Day
Don’t Do It
Your Love Is Killing Me
Love More
Serpents
Every Time The Sun Comes Up
(Matteo Maioli)
9 Dicembre 2014