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Dopo i primi due capitoli che segnavano la sua ricomparsa alle scene dopo tredici anni anni (“Semper Biot” nel 2009 e “Odio i Vivi” nel 2012), “Stavolta come mi ammazzerai?” segna il ritorno del cantautore milanese alle sonorità rock che aveva lasciato al suo passato con i Ritmo Tribale.
Un concept album sulla famiglia e sui suoi rapporti interni spesso controversi, che cristallizza perfettamente nel titolo, citazione della scena cult di “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri.
Il motivo familiare usato autobiograficamente o come pretesto è sempre presente, e serve a Edda per tirare fuori i suoi fantasmi e fare un dipinto metaforico di tutta lo società.
Testi lucidi e taglienti che giocano tanto sulla straordinaria vocalità di Edda, non certo tecnica ma comunque sempre emozionante, quanto sulle musiche perlopiù trascinanti condotte da una formazione essenziale chitarra-basso-batteria.
Il sound, come già accennato prima, vira verso una tonalità hard rock/punk anni ’90 (“Ragazza Porno”, “Ragazza Meridionale”, “Mademoiselle”), poi inserisce spunti funk o con parti con fiati (“Peppa Pig”, “Bellissima”) e per inserire include alcune ballad tra cui la deliziosa “Saibene”, conclusiva ballata chitarra-piano-voce.
È molto coraggioso, “Stavolta come mi ammazzerai?”; nei temi, nei testi sempre crudi e diretti, nell’attacco sonoro degli strumenti, così forte da confondersi, a volte con la voce.
Con questo terzo disco solista, Edda prenota un posto nell’Olimpo dell’indie rock italiano, e anche uno tra i migliori dischi italiani del 2014. E forse, con queste tre prove soliste, potrà portare nuovi standard alla figura del nuovo cantautore italiano, da anni ormai odiosamente manierista e scontata.
80/100
(Matteo Mannocci)
11 gennaio 2015