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In una recensione non si dovrebbe mai parlare in prima persona: stavolta, almeno per una volta, farò uno strappo alla regola. Perché nel parlare del nuovo disco di Felpa, avventura solista di Daniele Carretti degli Offlaga Disco Pax, non posso dimenticare di aver conosciuto Daniele, all’inizio della carriera con gli Offlaga, come un appassionato di gruppi shoegaze, My Bloody Valentine e Slowdive su tutti.
Questa premessa per dire che il progetto Felpa non nasce per caso, frutto di un passatempo musicale, ma è il prosieguo di una passione che si era già manifestata in un’altra band di Daniele, i Magpie. Con Felpa il chitarrista reggiano ha pubblicato due dischi (“Abbandono” del 2013 e questo nuovo, intitolato “Paura”, entrambi per la sua etichetta Sussidiaria) riuscendo nell’intento di coniugare quelle sonorità da lui tanto amate con la lingua italiana. Ancora di più “Paura” tiene fede alle vecchie passioni di Carretti, senza che per questo motivo diventi solo un’operazione meramente “scolastica”.
“Paura” è un disco viscerale e a tratti molto introspettivo: diventa quasi una sorta di terapia per Felpa, che alza un muro di chitarre quasi a voler creare un’immaginaria coperta. Il singolo “Inverno” rappresenta un ottimo manifesto dell’album, con un suono preciso e caldo, classicamente shoegaze.
Ma “Paura” è da ascoltare per intero, un concept che non può essere analizzato a compartimenti stagni. E forse la vera forza del disco sta proprio in questo.
72/100
(Francesco Melis)
18 febbraio 2015