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Per quanto scritto, suonato e confezionato con un certo mestiere, “Let It Reign”, il nuovo disco di Carl Barat con i The Jackals, risulta un confuso e mal amalgamato insieme di ballate brit-pop e paradossali riattualizzazioni punk-mod da cui esulano tanto sincera ispirazione quanto un qualunque contenuto estetico sostanziale. Velletario e falsamente giovane, l’album riesce solo sporadicamente a interessare per qualche passaggio di scrittura o esecuzione trascinante. L’unico vero pezzo salvabile è il singolo e primo brano in scaletta “Glory Days”, una fresca commistione di Clash sound e armonie welleriane. Proprio sforzandosi, un pizzico di valore può essere recuperato dal punk-rock melodioso di “A Storm Is Coming” e dal mood rock-fm di “Victory Gin”. Poi c’è davvero poco.
Gli accenti musicali e timbrici sono i soliti, quelli che hanno carettirizzato e reso speciali i Libertines, ma manca l’entusiasmo, la follia e forse la presunzione che diede al vecchio gruppo di Barat l’onere di portare avanti il rock all’inizio del nuovo millennio. I limiti più grandi del lavoro stanno nei continui cedimenti nel ritmo, nell’indulgente e indugiata riproposizione di stilemi banali, sconvenienti anche nel periodo di recupero e sdoganamento ufficiale del fenomeno brit-pop. Sovrabbondante di accordi aperti, impennate di tono e sincopi nel ritornelli “Let It Reign” risulta estremamente povero di risorse estetiche e drammatiche. Interpretiamola come un’amichevole di poco conto. Visto che sta per uscire il nuovo album con Doherty e gli altri Libertines, Barat probabilmente ha voluto conservare le forze. Certo che poteva fare più bella figura pubblicandolo per il Records Store Day, come fanno tutti i suoi colleghi più scafati con il materiale di riserva.
50/100
(Giuseppe Franza)
22 marzo 2015