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E’ strano che il nuovo disco di Cisco e quello dei MCR escano entrambi in questo marzo 2015, ma poi neanche tanto. Le due strade si sono divise già tanto tempo fa, una decina d’anni, e ogni tanto si reincrociano, come nel 2012 sul palco per l’Emilia ferita dal terremoto. Più che altro fa un immenso piacere vedere Cisco con dei compagni di una vita, anche loro artefici del successo dei primi MCR – Giovanni Rubbiani alla scrittura e Kaba Cavazzuti alla produzione – che probabilmente fanno la differenza.
Il primo dà una dimensione di lunga distanza alle canzoni, tra la delicatezza e l’entusiasmo (due su tutte, “Chiagne e fotte” e “Il girarrosto”), il secondo fa suonare il tutto con una rotondità da grande produttore (ascoltasi il basso di “Piedi stanchi”, un capolavoro di equalizzazione e giusto dosaggio di effetti). Una grande squadra dunque (a cui si aggiungono i featuring di Angela Baraldi, Pierpaolo Capovilla, Massimo Zamboni e (!) Piotta) che dà la possibilità a “Matrimoni e Funerali” di giocarsi un campionato da protagonista.
Per cui non ci interessa la valutazione del disco come “concept sulla vita” o cose del genere, un bell’album si vede soprattutto dalla musica e Cisco riesce a dosare bene – grazie a una sezione fiati molto puntuale – una nuova vena mariachi (“Marasma”, “Sangue sudore e merda”) con la sua sempiterna verve no-global (“Come agnelli in mezzo ai lupi”) che fa l’occhiolino tanto ai Clash quanto all’inevitabile Manu Chao. Ma sono solo riferimenti che non prendono il sopravvento. E se ne “La Lunga Notte”, il suo primo album solista, Cisco si proponeva con il santino di “Johnny Cash” nel taschino, qui forse è giunto ad essere, solo e solamente, Cisco.
Mica facile, essere se stessi.
71/100
(Paolo Bardelli)