Share This Article
“Non Ci Resta Che Ridere” è il seguito de “I Nuovi Mostri” del 2013. Il quintetto toscano ha registrato tutto presso i White Rabbit Hole Studio con alla produzione e al mix Nicola Baronte: il “gruppo” Phonarchia, insomma. Dario Canal, leader del gruppo, racconta che in questo disco “abbiamo avuto la possibilità di crescere come una pianta, di cantare come un gallo e di essere fedeli come un cane quando c’è il sole”. Tutto vero; già dalla title-track si parte con riferimenti ai Lakota e, via così, ai propri luoghi di appartenenza, geografici (Toscana) e della mente come del cuore.
Anche i riferimenti musicali sono abbastanza evidenti: si potrebbe, infatti, chiudere la questione citando Zen Circus, Rino Gaetano ed Ivan Graziani, ma sarebbe ingiusto nei confronti della tavolozza musicale sfoderata. Non mancano, infatti, strutture country e blues, bluegrass e gospel, rock tirato come incroci di doo woop e citazioni più disparate. Non difetta neanche il “pezzone”, “Corn Flakes”. Peccato che, da lì in poi, viene a mancare proprio un bel pizzico di personalità in più per attraversare il fiume del mix di generi e “appartenenze” citate poco su. Da queste parti si avverte che il prossimo disco sarà quello della consacrazione. Nel frattempo conviene non snobbare a priori questo e godersi i tanti mondi esplorari dai “nuovi Etruschi”.
68/100
Giampaolo Cristofaro
5 marzo 2015