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Rispetto all’anno scorso la line-up 2015 è stata forse meno altisonante, ma la seconda edizione del Siren Festival è promossa a pieni voti. Unica pecca, la durata. Due giorni effettivi – giovedì 23 luglio con un unico concerto e domenica 26 con barbecue in spiaggia al massimo potevano figurare come anteprima e farewell party – sono pochi e ci si rimane male. Ci si rimane male perché inizi a prendere confidenza con il luogo, a guardare il mare dall’alto considerandola una cosa normale, a salutare le persone che incontri – e le incontri spesso perché il centro di Vasto è inaspettatamente raccolto – a sentirti a casa, insomma.
Eh sì, Louis Avrami, americano del New Jersey, ci ha visto giusto.
7. Un americano a Vasto
Il suo ruolo si confonde nel mito. Nei racconti da spiaggia l’americano diventa il “magnate” che ha finanziato il festival, confondendo il Siren con Umbria Rock. In realtà Louis Avrami è un tecnico informatico che vive a Morristown e – come si legge nell’intervista di Outisiders – è appassionato di musica e collabora con la radio free form WFMU di Jersey City. Da vent’anni trascorre le vacanze a Vasto e dev’essersi reso conto che si trovava nel luogo ideale. Centro storico perfetto per ospitare i palchi e vista incredibile sul mare, raggiungibile in pochi minuti. Il tutto non lontano da un aeroporto, per incentivare gli arrivi anche dall’estero. Avrami telefona a quelli dell’All Tomorrow’s Parties che gli consigliano di contattare Dna concerti. Il Siren nasce così.
6. Umarells
Vasto è una città di mare e di gente che viene da fuori ne gira parecchia. Ma questa invasione di turisti che non sono qui per il brodetto di pesce ha insospettito le sentinelle più sensibili ai mutamenti. Eccoli dunque lassù: doppia guardia dal balcone per controllare che tutto funzioni per il meglio, come per i lavori in corso.
5. Gareth Dickson
Il musicista folk scozzese aveva già suonato il giovedì, aprendo di fatto il festival, nella Chiesa di San Giuseppe. Imbattersi nel suo delicato live acustico nell’avamposto sul mare del Siren – il Lido Sabbia d’Oro – è una bellissima sorpresa.
4. Main stage
Tra i tanti punti a favore di questo piccolo grande festival il più macroscopico è il main stage, quello in Piazza del Popolo. Si tratta di una piazza inclinata verso il mare e il palco, senza fondi o mega schermi, incornicia l’orizzonte. Ci hanno suonato Gazelle Twin, Verdena, Jon Hopkins, Pins, The Pastels, James Blake.
3. Kozelek on the beach
Enrico di Osservatori Esterni non ha avuto paura e ha chiesto al temibile Mark Kozelek di fare una foto insieme (non una ma tre volte, nell’arco di 24 ore). Enrico non solo è incolume ma il titolare del progetto Sun Kil Moon ad un certo punto ha praticamente sorriso. Nel cortile di Palazzo d’Avalos, un’altra delle meraviglie del Siren, poche ore prima si era avuta l’ennesima dimostrazione del carisma e della classe di Kozelek, a Vasto per l’ultima data insieme a Steve Shelley dei Sonic Youth e Neil Halstead degli Slowdive.
2. Gabriele Rossetti
Non si offenda Maccio Capatonda, ma Gabriele Rossetti è il personaggio più illustre di Vasto. Poeta e patriota, a lui è dedicato il Teatro cittadino e la piazza principale che la sua statua domina con atteggiamenti da poeta e patriota. Fu costretto a lasciare la città del brodetto per il suo appoggio ai moti liberali del 1820. Esule a Londra, ha messo al mondo quattro figli dai nomi un po’ ridicoli ma che – per usare un eufemismo – si sono dati anche loro un bel po’ da fare nel campo delle arti.
1. James Blake
Piazza del Popolo ha vibrato al suono di una voce semplicemente miracolosa. Quello di James Blake è stato, come era nelle attese, il concerto più importante del Siren. Il calore molto britannico (qualcuno potrebbe definirlo gelo) del ventiseienne di Londra, con un occhio rivolto al mare e l’altro alla piazza racconta molto bene l’anima e le ambizioni di questo festival: molto italiano e pieno di gente da tutto il mondo.
31 luglio 2015
foto 7, 4, 3 di Enrico Tallarini (www.facebook.com/enrico.tallarini)
foto 1 di www.facebook.com/sirenvasto