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Proprio qualche giorno fa, stilando una classifica di dischi soul/funk degli anni settanta, la mia mente ha continuato ad associare quella musica così carica di groove al nuovo lavoro del trio neozelandese capitanato da Ruban Nielson. Sia chiaro, il successore di “II” di qualche anno fa non è né un disco dei Funkadelic e nemmeno straborda di sensualità funky, però sterza e mischia le carte in tavola, passando da una nuova psichedelia ad una vecchia (eppure efficacissima) rivisitazione retrò di un certo soul freakeattone.
Facile sarebbe associare tutto al genietto di Minneapolis, più difficile scorgere una passione per certe sonorità che già nei 70 erano di difficile classificazione ed oggi vengono rivalutate da sempre più persone. Vero è che se “Cant’ Keep Checking my Phone” venisse scelta per la pubblicità di un aperitivo nessuno ci rimarrebbe male e, qualora vi trovaste in zone balneari con il sole a tramontare, il sax di “Extreme Wealth and Casual Cruelty” potrebbe farvi pensare ad una Love Boat (sia chiaro, in acido). Eppure, il soul lento e solare di “TheWorld is Crowded” è roba forte, di quelle per cui faresti una cassettina alla pischella di turno, senza vergognarti di metterla tra una canzone di Barry White (per accaldare i suoi desideri) e un brano sghembo di Shuggie Otis (per rivendicare il tuo ruolo). Poi c’è quella meraviglia di intro, “Multi-Love”, inno indie/soul, canzone con tastierina annessa e romanticismo da ultimo giorno d’estate, il groove di “Necessary Evil” fino al folk in dissolvenza della conclusiva “Puzzle”.
Nove brani. Quarantuno minuti di goduria.
75/100
Nicola Guerra