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Arrivati al loro esordio su Sub Pop (il quarto LP in generale), i Deaf Wish di Melbourne grazie a “Pain” si candidano prepotentemente ad essere inseriti tra gli alfieri della musica australiana (che ricordiamo quest’anno ha già fatto uscire due dischi di non poco conto come “Currents” dei Tame Impala e “Somethinks I Sit…” di Courtney Barnett).
Nelle dieci tracce, dotate tutte di forte personalità e frutto di diverse ispirazioni, sembra che i Deaf Wish mettano su un’antologia del punk rock, come si evince perfettamente dal pezzo in apertura “The Whip”, che suona come una collaborazione tra i Bauhaus e Iggy Pop, mentre la seconda “Newness Again” è un assalto sonoro degno dei migliori Black Flag, che spesso ritorneranno con schitarrate alla Greg Ginn o attitudini alla Henry Rollins.
E in questo groviglio sonoro dove i già citati si vanno a scontrare volentieri con i My Bloody Valentine e i Sonic Youth, emerge tutta l’urgenza artistica dei Deaf Wish, che spesso si accostano pericolosamente ai suoi modelli ma mai si confondono, regalandoci perle come “Sex Witch”, “Dead Air” e le prime due canzoni di cui si è già parlato prima.
E quindi dalle dissonanze noize si passa a momenti più melodici, dalle ritmiche impazzite a quelle serrate e ipnotiche; tutto nella musica dei Deaf Wish è fatto a regola d’arte per arrivare travolgendoci, stupire ed andare via.
Però, forse, “Pain” riuscirà a rimanere nelle nostre orecchie e nelle nostre teste. A lungo.
77/100
Matteo Mannocci