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Quando si parla di crescita, ricerca e sperimentazione musicale state pur certi che non si sta parlando dell’ultimo disco dei FidlarR. Ma va bene, loro piacciono così: nudi e crudi. A detta del leader Zac Carper “We could have made record number one again… but instead we decided to challenge ourselves and admit that we don’t know everything”. Mah.
“Too”, il secondo lavoro della band piu acclamata della scena live di Los Angeles, è stato registrato nel tempo di sole due settimana a Nashville con l’ausilio del guru del country e produttore Jay Joyce, (tra gli altri Sleeper Agent, Patty Griffin). E forse, proprio per questa nuova collaborazione, perdono un poco della loro originalità.
Le dodici tracce di “Too” sono un completo abecedario di suoni e attitudini pop-punk (dai Ramones agli Offspring) con quel tocco di garage per cui ci siamo affezionati al trio. Ma solo poche tracce dai titoli evocativi come “West Coast” e “Hey Johnny”, mantengono il sincero sound californiano. Caso a parte “Why Generation” dai riverberi brit-pop. Il singolo “40oz. On Repeat”, “Punks” e “Sober” sono degli inni generazionali spinti da chitarroni e urla corali esagerate, alle volte troppo forzate. E se prima tutti insieme cantavamo con orgoglio le doti della birra economica ora non ci vergognamo di ammettere che la vita da sobri è noiosa, sopratutto quando si invecchia. Un definitivo giudizio su un ipotetico rehab? Chi se ne frega, perche con la traccia di chiusura “Bad Habits” i nostri eroi tornano a raccontarci di sbronze e ci ricordano che “I’m gonna do what I want, I don’t care if it’s not what you want”.
Alla fine i Fidlar, anche se non riescono a bissare il successone del debutto, continuano imperterriti ad inseguire il sogno di tutte le star del rock’n’ roll: rimanere per sempre cciovani.
67/100
Tea Campus