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Da quel di Cardiff tornano a solo un anno di distanza dal loro LP d’esordio “Weird Sister” quegli scalmanati dei Joanna Gruesome, con il loro fortunato incrocio di noise e (molto) pop.
Infatti tra feedback e urla a spiccare nella loro ultima fatica “Peanut Butter” è la voce dolcissima della cantante Alanna McCardle (separatasi purtroppo dai compagni poco dopo l’uscita del disco) e ritornelli easy listening che, anche se circondati da passaggi schizofrenici e ad alta velocità, riusciranno a conquistarvi al primo ascolto (ne volete una prova? Correte ad ascoltare la opening “Last Year” e la quasi conclusiva “Psykick Espionage”).
Non aspettatevi però dilatazioni strumentali o manfrine di questo genere: i Joanna Gruesome vanno sempre dritti al punto senza chiedere il permesso, concentrando i loro dieci pezzi in pochi più di 20 minuti per una botta di adrenalina non indifferente, nonostante i toni si siano fatti più melodici e dolci rispetto all’esordio.
In quello che potrebbe essere un disco memorabile mancano però quegli ingredienti che riescono, per l’appunto, a far rimanere nella memoria a lungo le loro composizioni; oltre alle già citate “Last Year” e “Psykick Espionage” i pezzi mancano un po’ di personalità, forse per i tempi troppo compressi, che obbligano ad ascoltare ripetutamente e con attenzione un disco di per sé spensierato.
Oppure dovremmo prendere i cari Joanna Gruesome per quello che sono, un gruppo di pazzi con un sacco di voglia di divertirsi con la musica, senza farci troppe domande e lasciandoci travolgere dalla loro energia.
68/100
Matteo Mannocci